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cronaca

Morte del madonnaro: si procede per omicidio preterintenzionale

Fonte: brindisireport.it

ORIA –  Si è svolto ieri (venerdì 15 ottobre) l’esame autoptico sul corpo di Leonardo Vitale, il madonnaro di Oria morto a seguito di un’aggressione nel centro di Lecce. I funerali sono stati fissati per lunedì 18 ottobre, alle ore 11:30, presso la chiesa di San Domenico, a Oria. Il 69enne, originario di Ceglie Messapica, aveva una vocazione artistica che lo portava in giro per le feste patronali delle province di Brindisi e Lecce, dove disegnava i volti della Madonna e di varie figure sacre. Ultimamente svolgeva questa attività in via Trinchese, nei pressi del teatro Apollo di Lecce.

L’esame autoptico, effettuato dal medico legale Alberto Tortorella, su incarico della Procura di Lecce, ha confermato, come riporta LeccePrima, che la morte è avvenuta a causa di un’emorragia cerebrale. Ma sulla base degli elementi analizzati finora dal consulente non è stato ancora possibile risalire a cosa abbia provocato quella ferita, se un oggetto contundente o piuttosto una caduta a terra. Quest’ultima circostanza, se confermata nelle prossime settimane (il tempo concesso dal pm per completare la perizia è di sessanta giorni) sarebbe in linea alle dichiarazioni rese dal giovane, Mamadou Lamin, 23enne senegalese senza fissa dimora, sottoposto a fermo nell’ambito delle indagini in cui è ipotizzato il reato di omicidio preterintenzionale (inizialmente era quello di morte come conseguenza di rapina) e rapina aggravata.

Oggi, durante l’interrogatorio di convalida, il ragazzo ha ribadito quanto già aveva raccontato nei giorni scorsi al pubblico ministero Giorgia Villa e agli agenti della squadra mobile che erano riusciti a identificarlo attraverso i filmati ripresi dalle telecamere posizionate nella zona in cui fu soccorso il madonnaro.

In particolare, alla gip Alessandra Sermarini, l’indagato ha riferito, alla presenza dell’avvocato difensore Maurizio My, che non voleva fare alcun male alla vittima, ma voleva solo appropriarsi del suo trolley, avendo notato che questa, poco prima, in una kebabberia, in via Trinchese, aveva riposto all’interno dei soldi. Stando alla sua versione, però, mentre sottraeva la valigetta, entrambi sarebbero caduti al suolo, ma lui sarebbe riuscito a rialzarsi immediatamente e a fuggire con la refurtiva, senza aver modo di comprendere la gravità della situazione; dopo essersi appropriato delle monete (per complessivi 37 euro) si sarebbe disfatto del trolley, proseguendo la fuga con una bici rubata. 

La giudice, ritenendo credibile il ragazzo che ha confessato subito le sue responsabilità, al termine del confronto ha convalidato il fermo in carcere, ritenendo però che la qualificazione del reato ipotizzato, insieme a quello di rapina, debba essere quello di morte come conseguenza di altro reato.