la voce a Sud

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torre

MI SEMBRA NU SUENNU DI ERRICO BELLO

Iu mi sentu di essere anziano
contu la storia mia ti lontano.
So passati tanti anni a d dietro,
ho tenuto sempre questo segreto.
Parlo circa dell’anni quaranta,
quando la fame c’è n’era tanta.
Mio padre qualcosa doveva pensare,
che aveva quattro figli di sfamare.
Un giorno andò alli fogli selvaggi,
che disturbano quando tu li mangi.
Difatti un sacco pieno molto assai,
e adesso portare a casa erano guai.
Mio padre a spalle a casa l’ha portato,
povero a lui quanto si era s tancato.
Mangiammo questi fogli di paduli,
all’altra settimana c’erano dolori.
Cioè quell’anni c’era tanta crisi,
e mantiniu anni e pure molti misi.
Non c’era farina mancava lu pani,
si può dire a tutti li cristiani.
Nu cristiano, va dietro alla porta,
ad un padroni bussa così alla sorta.
Buongiorno a signuria patrunu Tori,
sto qua cu ti cercu un gran favori.
Questo padrone subito le domandato,
dimmi e risponni e dice c’è cappato?
Certo mi presti un stoppello di g r ano?
vengo a fatia cussi e ti dau una mano.
Oggi sto di buona scena e ti contento,
la prossima volta scappa come il vento.
Quando vai ammacinari il suo grano,
quà si presenta subito il guardiano.
Perchè c’era un limite di macinari,
la guardia faceva subito il verbali.
Quello si portava: g rano, o cereali,
al magazzino si doveva consegnari.
Ma su tutto questo c’era l’inganno,
si vendeva il grano a contrabbando.
il governo tutto si faceva consegnari,
ai soldati li doveva dare a mangiari.
su questo a contari non c’è contegno,
ce vi pari ca ver amenti eti suennu.
Questa è la verità non è fantasia,
ve la lascio alla vostra signuria.
Sontu un anziano non valgo un soldo,
però la crisi ancora mi la ricordo.
ERRICO BELLO