San Giovanni tra devozione, religiosità e piccoli vecchi aneddoti
La notte di San Giovanni e il 24 di Giugno hanno rappresentato da sempre, nella cultura popolare, momenti di attenzione particolari.
Notte dei miracoli o delle streghe? Notte del Santo o dei Diavoli?
Quella di San Giovanni è una figura artisticamente sfruttata, anche da pittori famosi e spesso non si riesce a comprendere a quale San Giovanni alcuni di essi si siano riferiti o di quale abbiano voluto lasciare segni nelle loro opere.
Il 24 Giugno è il giorno dedicato a San Giovanni Battista, in alcuni paesi è la notte dei fuochi, ed è evidente che tale usanza è sicuramente dovuta alla vicinanza con il 21 di Giugno, che è Solstizio d’Estate.
E’ usanza mettere in infusione in una bacinella d’acqua, la notte di San Giovanni, fiori e petali. Quell’acqua è l’acqua di San Giovanni, cui da secoli sono attribuiti poteri curativi.
Spettacoli musicali e piatti particolari vengono preparati in varie parti di Italia. E alcune di queste usanze trovano origine in feste precristiane.
Da noi, San Giovanni viene ritenuto un dormiglione disattento e di lui si dice:
” Aziti Giuvanni e no durmiri
iu vesciu tre nuvegghi caminari,
una ti acqua, una ti ientu, e una ca porta allu malitiempu”
Era un accorato ”invito” al Santo di svegliarsi e cercare di fermare sia l’acqua, sia il vento, sia il maltempo.
Un’altra ”usanza e credenza popolare” dei nostri territori è quella che vuole debbasi, il 24 di Giugno, raccogliere le noci ancora verdi e non mature, e mettere le corteccie delle stesse in infusione in alcol, per produrre il ”Nocino”, liquore amaro molto apprezzato.
Immagine di Simona Colletta