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#AccaddeOggi 29 giugno 1798: nasce Giacomo Leopardi

Giacomo Leopardi nasce a Recanati da una famiglia aristocratica, la madre infatti, Adelaide Antici, proveniva da una famiglia nobile, il padre, Il conte Monaldo Leopardi, era un letterato e filologo.

In un momento di emergenza ambientale, come quello che stiamo vivendo, sarebbe opportuno partire dall’attualità del suo pesiero, seppur sono passati 225 anni.

Nella più famosa operetta “Dialogo della Natura e di un Islandese”, la Natura appare agli occhi dell’uomo ”cattiva”. In realtà la sua cattiveria, altro non è che indifferenza.

Il messaggio rivoluzionario che ci consegna Leopardi è il seguente: pensare che il progresso umano potrà un giorno dominare la natura è solo una illusione. Ma vi è di più! La natura potrebbe presto ritorcersi contro la specie umana.

Un messaggio chiaro, e un quadro assolutamente attuale.

Natura: Immaginavi tu forse che il mondo fosse fatto per causa vostra?  Ora sappi che nelle fatture, negli ordini e nelle operazioni mie, trattone pochissime, sempre ebbi ed ho l’intenzione a tutt’altro che alla felicità degli uomini o all’infelicità. Quando io vi offendo in qualunque modo e con qual si sia mezzo, io non me n’avveggo, se non rarissime volte: come, ordinariamente, se io vi diletto o vi benefico, io non lo so; e non ho fatto, come credete voi, quelle tali cose, o non fo quelle tali azioni, per dilettarvi o giovarvi. E finalmente, se anche mi avvenisse di estinguere tutta la vostra specie, io non me ne avvedrei.

“Dialogo della Natura e di un Islandese”

Sono passati due secoli da quando Leopardi scriveva queste parole, eppure non abbiamo ancora imparato la lezione.

GIACOMO LEOPARDI E L’AMORE COME PASSIONE TOTALE

Ma quello che più affascina, almeno per chi scrive, è il modo tenero e sensibile in cui l’autore ha trattato il tema dell’amore.

L’amore come fatto totalizzante nella vita di un uomo, l’amore come passione che coinvolge l’intera esistenza di un individuo, l’amore come condizione dolorosa di perdita o di assenza.

Vogliamo riportare un verso, molto significativo e bello, di una lirica dei canti di Leopardi, tratto dalla ”La Sera del dì di festa”.

Tu dormi, che t’accolse agevol sonno
Nelle tue chete stanze; e non ti morde
Cura nessuna; e già non sai né pensi
Quanta piaga m’apristi in mezzo al petto. 

PARAFRASI

 tu dormi, ché t’accolse un sonno pronto e facile (agevol)
nelle tue stanze tranquille, e nessuna preoccupazione (cura nessuna) ti tormenta (ti morde); e certo (già) non sai e non (né) immagini (pensi)
quale profonda ferita (quanta piaga) mi apristi in mezzo al petto.

Croce e delizia di generazioni di studenti, Giacomo Leopardi, resterà uno dei pilastri della letteratura italiana.

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