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“Radici”: un tuffo nel passato

“Radici” è un tuffo nel passato, un cammino che si snoda tra i ricordi che scorrono davanti agli occhi e che coinvolgono ciascuno di noi, in prima persona, in una storia che è da sempre nostra. Quella che si propone è una condivisione emotiva di frammenti di vita, esplorazione di un microcosmo comune a tutti. Perchè ognuno, a modo suo, è in grado di perdersi nei meandri della memoria, rievocando tempi perduti, visioni quasi bucoliche di un ambiente familiare da tempo abbandonato e con il quale ricongiungersi. Il terzo numero di questa rubrica è dedicato ad un personaggio femminile, La Cia Lino, ancora in vita all’epoca dello scritto “Lu Pumpiliu ti lu Purpu, gli altri e … “ che in quelle pagine viene così ricordata: “Stavo accingendomi a scrivere di altri, quando ho sentito quasi la necessità di scrivere di una persona ancora viva. Ciò perchè ho pensato di rappresentare con i miei scritti un viaggio di vita e di ricordi anche indicando i vivi e ricordando chi non c’è più.
Tra i personaggi viventi che mi sono balzati subito alla mente un posto primario ed autorevole spetta alla Cia Lino. Una donna che non vedo da qualche anno e che ricordo spingere la sua carrozzella carica delle più svariate merci. Dal lucido per le scarpe ai merletti, ai bottoni ecc. ecc.
Magra e fine, pareva spezzarsi per lo sforzo. Come richiamo usava una trombetta dal suono unico che tutte le donne di Torre conoscevano e distinguevano da altri. Un suono quasi rispettoso e sicuramente melodioso se confrontato con gli stridenti clacson degli odierni venditori ambulanti. La Cia Lino, che pare sia stata in gioventù donna bellissima, merita un posto particolare nella memoria. C’è stato un periodo, non molti anni or sono, che alcuni miei coetanei, per prendersi beffa di qualcuno alla ricerca delle più svariate mercanzie, indirizzavano il malcapitato, per l’acquisto, dalla Cia Lino. La poveretta era costretta a sentirsi chiedere tutte le merci più strane. Non so quanti anni abbia oggi. Credo che sia lei, sia altri veterani del commercio, meriterebbero, prima di passare a migliore vita, non solo il ricordo di chi scrive, ma che un ringraziamento e un ricordo da parte delle istituzioni.
La Cia Lino e tanti altri hanno rappresentato un modo onesto di intendere il commercio e sicuramente hanno contribuito sia pur nel loro piccolo alla crescita del nostro Paese.”

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