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cronaca

Scopre la moglie appartata in auto con un suo collega e si scaglia contro con un mattarello: assolto

Fonte: corrieresalentino.it

LECCE – Sorprese la moglie in compagnia di un suo collega appartata in auto nei pressi di un centro commerciale. E non ebbe una reazione pacifica. Tutt’altro. Scese dalla sua macchina e, armato di matterello, minacciò di morte l’amante della moglie. E in pochi minuti si scatenò il parapiglia. La donna tentò anche la fuga. Inseguita e raggiunta, i tre continuarono a litigare animatamente anche davanti alla Questura. Fino a quando sempre la donna contesa non risalì in macchina investendo due poliziotti. C.M., il marito tradito, residente a Lecce, era finito sul banco degli imputati con le accuse di minacce aggravate e danneggiamento aggravato dell’auto della moglie perché, in prevedibile scatto di ira, mandò in frantumi il parabrezza anteriore ed il vetro della portiera sinistra.

A distanza di oltre 6 anni, il fatto risale ad aprile del 2014, durante l’udienza la parte offesa ha ritirato querela. Il giudice ha avvalorato la tesi sostenuta dal difensore dell’imputato, l’avvocato Fabrizio Pellegrino e in particolare il fatto che l’uomo avesse scoperto sua moglie in macchina, a tarda ora in un parcheggio del centro commerciale con la parte offesa, suo ex collega di lavoro tra l’altro. In tal modo si sarebbe applicata l’attenuante per aver agito in stato di ira determinato da fatto ingiusto altrui, come avvalorato dalla Cassazione in un fatto analogo.

Nella sentenza degli ermellini, infatti, veniva affermato che il fatto ingiusto altrui può essere costituito non solo da un comportamento antigiuridico in senso stretto ma anche dall’inosservanza di norme sociali o di costume regolanti la ordinaria, civile, convivenza come può essere appunto il tradimento della moglie. Pertanto, venendo meno l’aggravante e con riferimento all’accusa di minaccia si dichiara il non doversi procedere per remissione di querela. Con riferimento, invece, al reato di danneggiamento aggravato, non è stato provato dal momento che la parte offesa non ha prodotto alcuna fattura o foto relative al presunto danno e pertanto l’imputato è stato assolto dal giudice monocratico Sanghez per non aver commesso il fatto.