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Rivoluzione nella “cattedrale del Primtivo”: Il conte Filo passa la mano

Fonte: lavocedimanduria.it

Fulvio Filo Schiavoni, da quasi un quarto di secolo al comando della più grande e conosciuta azienda del vino Primitivo, la «Cantina Produttori di Manduria» (moderna denominazione dell’antico «Consorzio Produttori Vini e Mosti rossi» fondato nel 1932), ha lasciato la carica. Al suo posto il consiglio di amministrazione ha eletto il suo vice, l’imprenditore manduriano Antonio Resta (già presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria doc) che sarà affiancato dal consigliere Pasquale Brunetti. La decisione che maturava da tempo è arrivata all’improvviso lasciando nello stupore i meno vicini al presidente. Appena dieci giorni fa Filo Schiavoni, aveva fatto gli onori di casa alla ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, nel corso di una visita istituzionale nella cantina e nell’annesso museo della civiltà contadina. Nelle sue parole di benvenuto nella «cattedrale del Primitivo» (parole sue), non traspariva certo un imminente abbandono della creatura crescita con lui per venticinque anni. Qualche giorno dopo la riunione del Consiglio d’amministrazione in cui rassegnava le dimissioni. È di quest ore, infine, il nuovo direttivo con la ratifica del congedo e la nomina delle nuove cariche del Cda dove l’ex presidente Filo Schiavoni ha conservato la carica di consigliere. Ufficialmente si tratterebbe di una scelta personale dovuta a motivi anagrafici (il conte ha ottant’anni suonati), anche se negli ambienti del Primitivo si sussurrano voci di disaccordi interni o tra i vertici e i soci conferitori. Dissidi che le fonti interne alla società smentiscono categoricamente.

La cantina che proprio tre giorni fa ha ricevuto da Italy’s Finest Wines la notizia di essersi classificata tra le venti migliori cantine sociali italiane (unica pugliese), si appresta a concludere uno dei momenti più importanti della società, l’approvazione del bilancio che per legge deve essere chiuso entro il 31 luglio. Con i suoi mille ettari di vigna, una dozzina di dipendenti fissi e circa 400 soci «maestri in Primitivo» che conferiscono le loro uve, la società cooperativa agricola manduriana muove un bilancio annuo di circa dodici milioni di euro.

Con lo sguardo sempre puntato all’innovazione e alla cura del marketing su tutto il territorio nazionale e internazionale, la presidenza di Filo Schiavoni ha visto importanti cambiamenti nell’immagine e nei mercati. È del 1966 la prima annata in etichetta della produzione del Consorzio produttori vino, nel 1999 le certificazioni Iso e il primo programma di interventi per migliorare i sistemi di qualità e sicurezza alimentare; nel 2006 ammoderna il nome aziendale, accorciandolo, in «Produttori Vini Manduria» e nel 2017 ancora più essenziale con «Produttori di Manduria».

Quest’ultimo avvicendamento alla regia della cantina, ripete un curioso gioco delle parti. A maggio del 2012, Fulvio Filo Schiavoni, a capo allora anche del «Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria Doc», si dimise lasciando lo scettro dell’organismo a Antonio Resta, esattamente come è accaduto oggi.

Nazareno Dinoi