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Pistoia Basket e Mabasta lanciano: #StoppiamoilBullismo

Anche il Pistoia Basket è ora al fianco dei giovanissimi pugliesi del movimento anti-bullismo “Mabasta” nel lancio della nuova campagna caratterizzata dall’hashtag #StoppiamoilBullismo e appositamente studiata per la pallacanestro italiana. Prende quindi piede una importante collaborazione che vedrà entrambi i partner impegnati in progetti comuni volti a sensibilizzare quanti più giovani e giovanissimi possibile sull’importante tema del bullismo e del cyberbullismo.

«Siamo orgogliosi di poter dare il nostro contributo a un progetto di grande valenza sociale – ha dichiarato Massimo Capecchi, presidente del Pistoia Basket – perché anche il mondo dello sport deve impegnarsi per combattere problematiche serie e gravi come bullismo e cyberbullismo. Siamo lieti che in Italia ci siano tanti giovani come i ragazzi di Mabasta pronti ad attivarsi per cambiare le cose: da parte nostra, come club, prima squadra e soprattutto settore giovanile, cercheremo di fare la nostra parte per aiutarli».

In questa lotta al bullismo, oltre agli slogan, alle immagini e all’hashtag, c’è soprattutto una profonda sostanza nei contenuti, riassunta nell’ormai noto “Modello Mabasta”, l’originale e innovativo modello ideato dai ragazzi di Lecce e adottabile gratuitamente da ogni classe e scuola d’Italia. Il Modello è costituito da consigli e azioni svolte rigorosamente “dal basso”, da parte dei ragazzi stessi, per prevenire e contrastare ogni forma di bullismo e cyberbullismo tra giovani.

L’associazione MABASTA – Movimento Anti Bullismo Animato da STudenti Adolescenti è nata nel 2016 (dal 2018 è divenuta Onlus) all’interno dell’Istituto “Galilei-Costa-Scarambone” di Lecce per volontà degli alunni dell’allora classe 1°A dell’istituto salentino. Principio ispiratore fu l’episodio salito tristemente alle cronache di una dodicenne di Pordenone che tentò il suicidio dopo essere stata vittima di bullismo. Dal 2016 ad oggi i ragazzi di Mabasta hanno fatto incetta di premi e riconoscimenti (sono anche stati sul palco di Sanremo), ma la cosa più importante è che hanno incontrato e interagito con decine di migliaia di studenti dai 9 ai 16 anni nelle scuole italiane, da sud a nord, ed è grazie a questi incontri che hanno potuto sviluppare l’originale “Modello Mabasta”.