la voce a Sud

blog d'informazione online – attualità, cronaca, notizie, cultura, storia, gastronomia, spettacoli, informazioni, aggiornamenti ed eventi dal territorio

cronaca

Da ottobre percepisce reddito di cittadinanza, ma possiede tre imprese: nei guai imprenditore

Fonte: corrieresalentino.it

LECCE –  Dal mese di ottobre percepiva il reddito di cittadinanza per un importo mensile di circa 900 euro. Nella realtà, però, era proprietario di ben tre imprese, attive ed operanti. Questo è il quadro emerso da un controllo incrociato effettuato dai carabinieri, che hanno provveduto a denunciare l’imprenditore “furbetto”. Si tratta di un leccese, che ora è indagato a piede libero per truffa ai danni dello Stato, falso e favoreggiamento nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari.

Nel corso di un controllo effettuato dai carabinieri del comando provinciale di Lecce insieme ai colleghi del Nil, nucleo ispettorato del lavoro, e agli ispettori del lavoro della Itl, sono emerse diverse discrepanze nelle dichiarazioni reddituali dell’imprenditore.

Da quanto emerso, infatti, pare che l’agosto scorso l’uomo avrebbe avanzato istanza di emersione dei rapporti di lavoro di 18 cittadini extracomunitari, impiegati nelle sue ditte. Perché la richiesta venisse accettata e ottenesse il nullaosta per la regolarizzazione, l’imprenditore ha dovuto dichiarare redditi alti.

Tutto l’opposto di quanto ha dovuto denunciare all’Inps per ottenere il beneficio del reddito di cittadinanza. Tant’è che l’istanza non sarebbe stata accettata nell’immediato. Ha dovuto presentare la richiesta ben quattro volte prima che gli venisse accettata, nel mese di ottobre.

Negli ultimi mesi, dunque, ha continuato a beneficiare del reddito di cittadinanza fino a quando, grazie ai controlli dei militari, non è stato scoperto e denunciato alle autorità competenti per tutte i provvedimenti del caso.

I controlli dei carabinieri hanno riguardato anche altre aziende, per un totale di 12. In un’azienda di Ugento è stata rilevata l’occupazione di lavoratori senza la prescritta sorveglianza sanitaria e l’apposita formazione per evitare contagi da Covid-19.

Tra Porto Cesareo e Santa Maria al Bagno, marina di Nardò, i militari hanno scoperto che i committenti di alcuni lavori non avevano verificato i requisiti tecnico-professionali delle ditte impiegate, risultate non iscritte alla Cciaa.

Infine, a Nardò è stato riscontrato che un’azienda utilizzasse le telecamere di videosorveglianza senza regolare autorizzazione preventiva della direzione territoriale del lavoro.

Foto d’archivio