la voce a Sud

blog d'informazione online – attualità, cronaca, notizie, cultura, storia, gastronomia, spettacoli, informazioni, aggiornamenti ed eventi dal territorio

cronaca

Focolaio Covid nel carcere di Lecce: positivi 8 detenuti e 14 agenti, è il penitenziario pugliese con i numeri più alti.

Fonte:corrieresalentino

LECCE – Purtroppo il carcere di Lecce vanta un triste primato: è il penitenziario in Puglia con il più alto numero di contagi: 22 complessivamente, di cui 8 detenuti e 14 agenti di polizia penitenziaria. E l’allarme cresce. Il segretario regionale del sindacato Osapp, Ruggiero Damato, lancia la proposta: “Sospendere per una settimana gli accessi al carcere per tutelare i detenuti ed evitare possibili focolai. Riteniamo indispensabile bloccare tutti gli accessi di persone diverse dai poliziotti penitenziari e altre figure professionali per le normali e vitali attività d’Istituto, limitare al massimo anche le uscite dei detenuti se non per comprovate e non rinviabili usciti presso nosocomi, permessi, trasferimenti, fino al perdurare della zona.

A Borgo “San Nicola”, i detenuti positivi si trovano confinati in una sezione separata, e dal punto di vista sanitario sono presi in carica dal Sistema Sanitario Nazionale. Poi c’è un altro
settore, che riguarda i reclusi con sospetto Covid, in attesa dell’esito del tampone.
Tutti i detenuti, al loro ingresso in struttura, vengono sottoposti a tampone molecolare che viene ripetuto anche nel caso in cui, per motivi di salute, i reclusi abbiano accesso a strutture sanitarie all’esterno del carcere. I poliziotti penitenziari, invece, sono sottoposti a tampone circa ogni dieci o quindici giorni.

Lo stop auspicato dal sindacato dovrebbe riguardare i colloqui con i familiari e tutti gli altri accessi di terze persone per motivi non necessari e comunque rinviabili. Un’ulteriore forma di tutela, quindi, per ridurre al massimo il rischio che dall’esterno qualcuno possa portare il
virus a Borgo San Nicola. D’altronde, secondo i dati riportati nel report nazionale del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, nelle carceri pugliesi i casi positivi al Covid sono 85, tra detenuti, agenti di polizia penitenziaria e personale amministrativo. In particolare sono risultati contagiati dal virus 21 detenuti, 59 poliziotti e 5 amministrativi.

Le carceri con più casi sono quelle di Bari con 17 positivi (6 detenuti, 10 agenti e 1 amministrativo); Lecce con 22 contagi (8 detenuti e 14 agenti); Foggia con 14 casi (2 detenuti e 12 poliziotti risultati positivi) e Altamura con 10 casi (1 detenuto, 6 poliziotti e 3 amministrativi). Contagi sono stati accertati anche a Lucera (1 detenuto e 1 poliziotto); Trani (3 detenuti e 2 poliziotti), San SeveroTuri e Taranto con 5 agenti positivi ciascuno.

L’associazione Antigone Puglia, intanto, denuncia grossi ritardi nelle vaccinazioni nei penitenziari pugliesi: a Lecce i vaccini non sono arrivati e più del 50% ha chiesto di essere vaccinato; a Taranto stessa situazione nonostante i tanti contagi nel territorio mentre a Bari si registra una bassa adesione tra la Polizia penitenziaria che rifiuta per metà del personale presente il vaccino. Nessuna criticità, invece, viene segnalata a Foggia, Brindisi e Turi.

“Da marzo scorso – commenta la Presidente, l’avvocato Maria Pia Scarciglia – seguiamo e monitoriamo l’andamento del virus nelle carceri pugliesi che per fortuna nella prima fase pandemica, non ha avuto numeri importanti come invece è accaduto in altri luoghi di chiusura, le Rsa in primis. Abbiamo chiesto con forza al Ministro della salute di includere nel piano vaccinale la popolazione detenuta. Cosa che è avvenuta con il nuovo piano vaccinale del governo Draghi. Un risultato importante che abbiamo ottenuto anche grazie al lavoro del Garante Mauro Palma. Purtroppo il mondo del carcere – prosegue la presidente – non è stato impermeabile al caso AstraZeneca che ha scosso la popolazione detenuta spingendola in alcuni istituti pugliesi a rifiutare il vaccino. Sono in contatto costante con il dirigente sanitario del CC di Bari, Dottor Nicola Buonvino, il quale mi ha informato su quanto sta avvenendo in alcuni carceri della Bat e del Barese dove sono purtroppo moltissimi i detenuti e il personale di polizia penitenziaria che hanno rifiutato il vaccino; la direzione del carcere e quella sanitaria hanno distribuito in queste ore degli opuscoli informativi per tranquillizzare e informare la popolazione detenuta sulla Sicurezza del vaccino. Ci auguriamo – conclude la Presidente – che i detenuti possano capire che la sola e unica via per riprendere una vita detentiva normale, con il lavoro, le attività, la scuola e il volontariato è quella di vaccinarsi. Non c’è altra strada se vogliamo che il carcere riparta e che il mondo del volontariato ritorni a fare quel importante lavoro al suo interno”.