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Al Fazzi difficile operazione di un tumore raro di 10 kg, senza trasfusione perché la paziente è testimone di Geova

Fonte: corrieresalentino.it

LECCE – Nell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, il direttore di Chirurgia generale Marcello Spampinato, garantisce l’asportazione dei tumori senza trasfusione di sangue a chi è testimone di Geova. Oggi è stata operata con successo una donna che aveva un tumore di 10 chili. Si tratta di operazioni in condizioni non facili: sono pochi i centri che accettano di non ricorrere alla trasfusione di sangue. Molte cliniche rifiutano. Ma i testimoni di Geova non accettano trasfusioni perché, secondo un’interpretazione letterale della Bibbia, Dio lo vieterebbe. Inutile discutere con loro asserendo che all’epoca non esistevano le trasfusioni. «Siamo contro le trasfusioni perché la Bibbia dice che è vietato nutrirsi di sangue e la trasfusione è come un nutrimento quando entra in vena. Noi ci rivolgiamo a poche équipe mediche che sono preparate per queste operazioni. Abbiamo una rete di informazione sanitaria che ci permette di rivolgerci anche a chi conosce la ‘medicina senza sangue’» – spiega il predicatore Bruno Bargiacchi.

L’incidenza dei tumori retroperitoneali (estremamente rari) è di circa 1 ogni 100.000 persone l’anno: costituiscono circa il 10-15% dei sarcomi dei tessuti molli. Ci sono diverse forme di sarcomi del retroperitoneo: le più conosciute sono il liposarcoma ben differenziato, il liposarcoma dedifferenziato, il leiomiosarcoma ed il tumore fibroso solitario. Di recente, viene rilevato con più frequenza del passato anche il leiomiosarcoma ad origine dalle grosse vene retroperitoneali (p.e. leiomiosarcoma della vena cava).

Il trattamento chirurgico di queste neoplasie è inevitabile nella maggior parte dei casi. «È andata bene – ci spiega il chirurgo Spampinato al telefono – Contiamo di dimettere la paziente tra qualche giorno. Non è stato necessario trasfondere. Ma la sala è stata predisposta con un sistema di recupero sangue a circuito chiuso per eventuale utilizzo del sangue perso». La prevenzione è difficile, perché, come ci spiega il dottor Spampinato: «Sono tumori rari che si sviluppano nello spazio retroperitoneale dell’addome dislocando gli organi vicini e, pertanto, danno segno della loro presenza solo tardivamente».

I pazienti testimoni di Geova non possono essere obbligati alle trasfusioni e questo rende l’operazione di asporto molto difficile, specie se si tratta di un tumore di 10 chili, come quello dell’intervento odierno nell’ospedale di Lecce. «Bisogna stare molto attenti ed utilizzare tutte le precauzione per evitare sanguinamenti. La sede anatomica è particolare: lo spazio retroperitoneale è situato nell’addome al di dietro dei visceri: non è facile ottenere una resezione chirurgica con ampi margini di sicurezza». Insomma, al Fazzi si praticano i difficili interventi senza trasfusioni, nonostante certe convinzioni facciano storcere il naso a molti.