la voce a Sud

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TORRE: QUANDO LA VENDEMMIA ERA UNA FESTA

Torre Santa Susanna- La vendemmia torrese è iniziata da qualche giorno specie per la produzione del primitivo. Oggi(1°Settembre) ho avuto un dialogo con un agricoltore in pensione, ed in materia di racconti della sua adolescenza, e di come ha vissuto il periodo della vendemmia è stato un fiume in piena. Negli anni 50 le contrade di Torre da Nord a Sud erano circondate da vigneti ad alberello di primitivo ed altre qualità per fare il vino. In quei tempi, solo in contrada Lellubellu vi era un tendone per uva da tavola, vendemmiare in questa contrada era diverso dalle altre: si faceva pausa a mezzogiorno per poi riprendere verso le 14,30 finché non faceva buio.

Diversa la manodopera per quanto riguarda la vite ad alberello, si tagliava l’uva sempre con le forbici e si metteva in secchi si rame per poi essere deposta nelle tinelle sempre in rame o ceste di impagliate. Sui traini, venivano poste delle botti dove poi si versava l’uva. Si faceva tutto in fretta perché i traini carichi di uva dovevano partire per il leccese dove vi erano gli stabilimenti, e non potevano partire tardi per cui anche all’epoca si facevano le sei ore. Tutto il lavoro era manuale, si faticava con i canti tradizionali, se qualche donna non cantava il proprietario si preoccupava perché secondo lui rendeva poco. Questa era l’antica civiltà contadina: non c’erano le macchine moderne di oggi, tutte le scartoffie per mettere in regola gli operai, poca volontà di lavorare, scarso guadagno e molte spese. La vendemmia finiva con il tradizionale ” capocanale” a base di peperoni fritti e al ragù, il vino dell’annata precedente e acqua “ti ntra lu mili”. Un capitolo a parte la trasformazione dell’uva per il vino personale, si faceva con i piedi ed era buono, oggi si estrapola dall’uva con la testa ma spesso diventa aceto….