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Mesagne, cestista 15enne picchiato a Bitonto: aveva realizzato 32 punti

Fonte: senzacolonnenews.it

di Riccardo Celli

Quella di ieri sarebbe dovuta essere una giornata all’insegna dello sport per i giovani atleti della “Mens Sana Mesagne”, invece ciò che è accaduto, sul campo dello “Sporting Bitonto”, ha poco a che vedere con lo sport. Stefano Vangi, 15 anni, atleta mesagnese, è stato aggredito al termine della gara contro i padroni di casa di Bitonto, valida per le final four regionali under 16. La sua colpa a quanto pare, è quella di essere stato di gran lunga il migliore in campo, con ben trentadue punti messi a segno. Durante tutta la partita, come si evince dalle dichiarazioni societarie mesagnesi rilasciate via social, vi è stato un clima ostile. Genitori ed accompagnatori dei bitontini, sin dal primo minuto di gioco, avrebbero inveito contro i giovani atleti avversari, con intimidazioni e insulti che nulla hanno a che vedere con i valori sportivi che, teoricamente, vengono insegnati all’interno di ogni associazione sportiva.
Il tutto è degenerato quando, al termine della gara vinta dai padroni di casa, vi è stata un’invasione di campo da parte dei supporter locali, durante il quale un giovane tifoso ha colpito al volto il cestista Vangi, procurandogli delle contusioni ad un occhio, uno zigomo e alle labbra. Il giudice sportivo, nella notte, ha comminato 850 euro di multa alla società barese, oltre ad aver squalificato il campo di gara per ben quattro giornate.
Fabio Mellone, presidente della Mens Sana Mesagne, commenta così l’accaduto: “Provo forte rabbia e sgomento. Da trent’anni il basket è il mio pane quotidiano e mai ho avuto paura per l’incolumità dei mie tesserati, ovviamente prima di ieri. Voglio sottolineare che, anche nella gara d’andata, vi erano stati vari improperi indirizzati verso di noi dai tifosi bitontini. Ci aspettavamo un clima ostile, ma non fino a questo punto”. La società, come confermatoci dallo stesso Mellone, sta valutando la possibilità di agire attraverso vie legali contro i protagonisti del caso.

La precisazione della società di Bitonto

In merito all’increscioso episodio avvenuto in coda all’incontro tra Sporting Club Bitonto e Mens Sana Mesagne, dello scorso 14 giugno, valevole per la semifinale di ritorno della final four regionale Under 16 Silver – fase oro, la società ospitante condanna e censura con fermezza l’esecrabile atto di violenza e prende con decisione e sdegno le distanze dall’autore del misfatto, soggetto completamente estraneo all’ambiente societario, non essendo affatto un tesserato, né un parente né un genitore e, meno che mai, un atleta riconducibile al sodalizio giallo – verde.
Lo Sporting Club Bitonto esprime, inoltre, piena solidarietà al club mesagnese, augurando una rapida e buona guarigione all’atleta brindisino spiacevolmente coinvolto nell’accaduto.
Preme aggiungere e precisare che la gara sportiva è stata condotta sul parquet da ambedue le formazioni sui normali binari di un fisiologico agonismo, proprio di una semifinale regionale, e che tutti gli spettatori presenti a bordo campo sono rimasti regolarmente assiepati dietro gli appositi divisori collocati ben oltre le linee laterali di demarcazione del terreno di gioco, come peraltro accertato ed attestato da entrambe i direttori di gara.
L’A.Dil. Sporting club Bitonto, infine, condividendo le giuste affermazioni del presidente della Fip Puglia, Francesco Damiani, ribadisce la totale e completa estraneità al nostro team del soggetto che ha compiuto il predetto riprovevole gesto che, peraltro, sta oltremodo penalizzando la stessa associazione, afflitta da una giusta quanto pesantissima squalifica del campo da gioco.
Lo Sporting Club Bitonto, rinnovando la propria vicinanza al giovane cestista salentino, infine, diffida tutti coloro che, in queste ore, stanno rivolgendo affermazioni gravi, calunniose e diffamatorie – diventate virali sui social network – ad una società dalla storia più che quarantennale, che si è sempre dimostrata esemplare sotto l’aspetto etico, ad astenersi dall’iterare tali comportamenti, riservandosi di attivare sin da subito ogni strumento di tutela, anche giudiziaria, a difesa della propria immagine.