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CORREVA L’ANNO 1972… MILANO MARITTIMA, HOTEL ARISTON. IO AVVOCATO DI PAESE, CAMERIERE.

Avevo preannunciato alcuni giorni fa che avrei raccontato l’aneddoto del gelato alla vaniglia ”affogato” al caffè.

Credo che fosse fine Maggio, inizi Giugno del 1972, quando , dopo una diecina di giorni dall’inizio della stagione estiva, divennero miei clienti due ragazzi che credo fossero di Milano o dintorni.

Quell’anno io svolgevo funzioni di chef the rang. Avevo firmato un contratto di 150 mila lire al mese, la sera lavoravo in smoking. Nonostante tutto ciò continuavo a capire poco dell’arte del cameriere. Era mio comì un ragazzo, all’epoca, di nome Franco, di Mesagne, so che poi ha fatto per molti anni l’insegnante presso l’albelghiero di Brindisi, non so da molto su di lui alcunchè. Uno dei ragazzi a fine pranzo mi chiese se potevo servirgli un dessert che mi indicarono come un gelato alla vaniglia ”affogato” al caffè.

Io dissi di sì, ma per maggiori informazioni mi rivolsi a Franco, che era il cameriere più anziano di origini Romane, che poi ho saputo essere morto una quindicina di anni fa, il quale mi spiegò che ”affogato significava metterci il caffè dentro il gelato” e così ne servì due, preparandoli in sala.

Non passò un giorno, che tutti i miei clienti , la sala era divisa in rung, ognuno di noi ne comandava uno, e i clienti arrivavano anche sino a 50 per ognuno di noi, mi richiesero: ”Ice cream with coffè” , un inglese maccheronico per farmi capire cosa volessero , visto che la maggior parte di loro in quel periodo erano Tedeschi.

La moda dilagò e nel breve volgere di qualche giorno tutta la sala ristorante richiedeva a mezzo giorno e sera ” Ice cream wiht coffè” .

A quel punto si scatenò il Tiozzi che non era propenso a servire due dessert di cui uno gratis. Ne parlammo non molto tranquillamente, alla fine decidemmo di considerarlo extra e che se ricordo bene stabilimmo il costo in 350 o 400 lire che era una cifra ”esagerata” se si pensa che alla pizzeria da Papi che ora è una delle più famose in Italia, allora c’era un pizzaiolo di Francavilla Fontana, una pizza e un boccale di birra costavano 500 lire.

Questa ”sistemazione economica” piacque al proprietario e anche a me che ricevevo mance più laute quando servivo il ”GELATO DI VANIGLIA AFFOGATO AL CAFFE”

Ancora adesso, quando vado nel bar dove normalmente mi reco, chiedo un gelato alla vaniglia affogato al caffè, e siccome non hanno la vaniglia ho trovato un ripiego, cassata siciliana affogata al caffè. Certo, mi piacerebbe riassaggiare la vaniglia affogata al caffè, quanto meno per ricordare momenti della mia giovinezza che tanto contribuirono a farmi crescere e a temprarmi ad un lavoro, quello del cameriere, che non è sicuramente il più bello del mondo.

La prossima volta vi parlerò ti la casu ricotta ti la Torri a Milano Marittima.

Uccio Missere