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Banca del cordone, Amati: “Paghiamo la banca di raccolta ma non favoriamo le donazioni. Battaglia dedicata alla piccola Cloe”

Fonte: fabianoamati.it

“Da non crederci. Ecco la storia: le mamme vogliono donare il sangue cordonale, la Regione paga per questa attività quasi un milione e 400 mila euro, la banca cordonale della Casa sollievo della sofferenza funziona benissimo, ma i punti nascita o non collaborano oppure non sono autorizzati. In sintesi, paghiamo ogni anno per l’attività ma non raccogliamo il cordone. Sarà una battaglia nel nome di Cloe.
La sua mamma voleva donare il suo cordone, ma si scontrava con la mancata inclusione del punto nascita di Monopoli nel programma. Cloe è morta durante il parto, ma ci ha lasciato un impegno che manterremo.”

Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati.

“Nel 2009 si registravano 2045 donazioni, scese nel 2019 a 925 e nel 2021 a 329.
L’importanza della donazione consiste nella cura di gravissime malattie, attraverso il sangue cordonale con alto criterio di qualità (cellularità superiore a un miliardo e 200mila cellule) e nelle destinazioni alternative del cordone con bassa cellularità, ossia ulcere e in particolare quelle del piede diabetico, ulcere corneali, deiescenze sternali ed emazie cordonali.
Dal 2008 al 2021, la Banca cordonale ha ceduto 23 unità di sangue cordonale e per 10 pazienti si è registrata la remissione completa.
Anche per una sola vita salvata, vale la pena intensificare la donazione e la raccolta, e per questo troveremo il rimedio per riportare la donazione almeno ai livelli del 2009.”