DAL PONTE DI MALVINDI, ALLE TERME, ALL’ANTICAGLIA, E A MURO MAURIZIO

Abbiamo voluto approfittare l’altra mattina, non solo dell’essere liberi da impegni di lavoro, ma anche del poter ”sfruttare” le conoscenze di un amico, Alberto Savino, che sicuramente più di tanti, conosce e sà di Malvindi, delle Terme, dell’Anticaglia e di Muro Maurizio. Camminando con lui abbiamo potuto fotografare e vedere cose che sicuramente hanno un peso nella storia antica e in quella dello scorso secolo per i nostri territori, e ne potrebbero avere ancora di più se il tutto fosse integrato in percorsi fruibili e visitabili che producessero anche economie.

Abbiamo cominciato con il vecchio ponte realizzato intorno al 1930/1932 sul canale di Malvindi, in quella che era la vecchia sede della Cellino-Oria. La cosa che ci ha fatto pensare è quanto le ideologie che cambiano, pur di cancellare le precedenti, fanno si che ci sia impegno a distruggere i segni della storia. Su quel ponte, che sta per compiere un secolo di vita, vi sono dei parapetti delimitati da due colonne per lato. Su quelle colonne erano stati apposti dei fasci littori, essendo quel ponte opera compiuta durante il passato regime fascista. Non credo servisse a molto distruggere i fasci littori, ma così è.

Siamo andati poi alle Terme Romane, e lì è l’abbandono e il disinteresse che è la cosa più evidente. Poteva essere il centro di un ampio parco archeologico, ma così non è stato. Erbacce e rifiuti, ricoprono le opere di idraulica delle terme costruite dagli antichi Romani.

In un sito ove i nostri antenati chiamavano ”Anticaglia” vi è, guardando verso San Pacrazio Salentino, un dislivello alto non più di 10-15 metri, rispetto al circostante territorio, dove alcuni anni fa fù impiantata una pineta ricca di piante e arbusti mediterranei. Sotto quelle piante, non disveliamo niente di segreto, vi sono numerosissime sepolture che risalgono al periodo Messapico. E’ stato sempre un luogo di attenzione da parte di studiosi e contadini. Uno di questi, un giorno ebbe ad aprire uno di quei sarcofagi e a rinvenire all’interno ossa umane, che prese e portò, prima al prete, poi si dice, ai Carabiniei, era il periodo delle faide tra bande criminali, ma poi si scoprì che quei resti umani si appartenevano a quel popolo che prima dei Romani abitò le nostre contrade.

La nostra era terra dei Messapi, e come terra dei Messapi era tutto il territorio indicato come Muro Maurizio. Ci siamo stati, ma anche lì, aldilà di cocci di creta più o meno piccoli, non abbiamo potuto notare altro, se non l’aspetto esterno attuale, della Masseria e da lontano, la Masseria Nuova, che altro non è, si dice, un ”capriccio” di uno dei Profilo, proprietari di grandi aziende in Mesagne, che volle costruirla e farne un prezioso gioiello di architettura che si rifaceva all’architettura D’Annunziana. Di Gabriele D’Annunzio, il vate, il Profilo era seguace cultore e ammiratore allo stesso tempo, tant’è che in un altro suo possedimento, la Masseria Viscigli, ebbe a realizzare un immobile, che riproduceva in molte parti il ”Vittoriale” del Poeta. Vi erano statue e marmi neri, poi per molto tempo è stata abbandonata, recuperata e adibita per poco tempo ad attività di ristorazione ed alberghiere, oggi è azienda di proprietà, si dice, di imprenditori agricoli del Nord. Quanta storia, il nostro può sembrare un discorso non logico, frammentato e frammentario, ma saremmo felicissimi se si prestasse attenzione da parte delle Sovrintendenze preposte, a quel territorio che, in uno con il limitone dei Greci, è un contenitore di storia e cultura, che se la conosci ti esalta, e ti fa amare non solo il passato ma anche il tuo presente, perchè ti fa sentire come il futuro e l’immortalità di quanti migliaia di anni fa, dettero origine a ciò che adesso siamo.

Di seguito un antico articolo che approfondisce la struttura di Muro Maurizio