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cultura e spettacolo

La storia negata

 

Nello scorso numero cominciammo a parlare di brigantaggio e donne in questo vogliamo ricordare una delle Brigantesseche ha fatto parlare di se non solo quando fu in vita e si rese partecipe ed artefice di azioni che eccitarono le menti dei popolani e non solo,che fece impazzire Generali e soldati sfuggendo loro che tentarono in tutti i modi di fermarla,ma che ha ispirato libri e poeti,musicisti come Eugenio Bennato che a lei ha dedicato una delle sue opere più belle ,parliamo di Michelina Di Cesare.

Nata poverissima a Caspoli frazione di Mignano Montelungo,nella Provincia di terra di Lavoro ora di Caserta , il 28 ottobre 1841.Ebbe una infanzia disagiata.Insieme al fratello infatti,secondo una nota del Sindaco di Mignano Michelina si rese protagonista sin da piccola di piccoli furti ed abigeati nel circondario di Caspoli.Nel 1861 sposa Rocco Zenga che muore lanno seguente lasciandola vedova.Nel 1862 onosce Francesco guerra ex soldato borbonico e renitente alla leva indetta dal nuovo Stato,il quale si diede alla macchia aggregandosi alla banda di Rafaniello fino a diventarne capo nel 1861 alla morte di costui nel 1861.Michelina divenne la donna del Guerra ed in seguito lo raggiunse nella clandestinità,come risulta in una testimonianza resa dal brigante Ercolino Rasti reso nel 1863.Secondo altre testimonianze Michelina sposò il Guerra nella chiesa diGalluccio anche se non risulta alcuna registrazione dello sposalizio,ma vi sono alcune testimonianze nelle carte processuali relative all’interrogatorio dell’11 magggio 1865 a Domenico Comapagnone,che parla della donna definendola Michelina Guerra moglie di quest’ultimo.

Ciò di cui si hanno maggiori certezze è il ruolo nella banda di Michelina:ella divenne elemento di spicco e fu stretta collaboratrice del suo uomo capobanda.Di ciò si ha prova nella testimonianza resa dal Compagnone che afferma”la banda è composta in tutto da 21 individui,comprese le due donne che stanno insieme a Fuoco e Guerra,delle quali quella di Guerra è anch’essa armata di fucili a due colpi e di pistola:Della banda solo i capi sono armati di fucili a due colpi e di pistole ad eccezione dei due capi suddetti che tengono revolvers”.Quindi non solo Michelina Di Cesare fece parte effettiva della Banda,ma dalle armi che portava se ne ricava che fu una dei suoi capi riconosciuti.
La tattica di combattimento della banda era tipicamente di guerriglia,con azioni effettuate da piccoli gruppiche,concluso l’attacco,si disperdevano alla spicciolata per riunirsi in seguito in punti prestabiliti.
La banda di Michelina ,talvolta singolarmente,talvolta in unione ad altre note bande imperversò per molti anni (dal 1862 al 1868)nel territorio tra le zone montuose di Mignano e i paesi del circondario,compiendo assalti,grassazioni,ruberie e sequestri.In particolare si ricorda l’assal al paese di Galluccio,effettuato con un singolare stratagemma:alcuni briganti erano travestiti da carabinieri e fingevano di condurre altri briganti nin galera,facendo finta di averli catturati:le scorrerie non scemarono neppure quando dopo il i865 in molte zone del sud il brigantaggio era stato fortemente r ridimensionato.Nel 1868 fu mandato in quelle zone il generale Emilio Pallavicini con pieni poteri per dare una stretta decisiva alle misure repressive.Alle misure e alle minacce il Pallavicini usò ricompense per i pentiti e i delatori.Fu proprio grazie ad una spia che Michelina e il suo compagno furono catturati.Il 31 agosto del 1868 il cadavere nudo e seviziato di Michelina ,unitamente a quello del Guerra, veniva fotografato e appeso in piazza a Mignano.
La Di Cesare a differenza di quanto risulta dagli atti ufficiali non morì in battaglia,ma,presa viva,fu sottoposta a torture indicibili ed inenarrabili violenze nel vano tentativo di farle rivelare segreti delle bande brigantesche delle brigantesse.Ribelli per rabbia e per amore.Seguì per anni il compagno .Era fiera del suo essere brigante e più volte si fece fotografare in abiti tipici della sua terra e insieme al suo fucile.
Se avete la possibilità ascoltate la ’ballata” di Eugenio Bennato in memoria di Michelina Di Cesare da grande artista qual’è il musicista partenopeo ha saputo riprodurre in versi una vita che è vita non solo di Michelina ma delle Genti del Sud sottomesse dai Sabaudi con l’aiuto di Garibaldi quel Garibaldi che otto giorni dopo il 31 agosto 1868 pronuncerà un discorso di accusa contro i Savoia e chiederà scusa alle popolazioni meridianali tradite da lui stesso e ridotte in miseriaancor prima di essere sottoposte ad un vero e proprio genocidio.Dopo quel discrso Garibaldi si ritirerà in volontario esilio a Caprera.

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