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Tangenti per lavori alla centrale Enel: 5 arresti, tra loro dipendenti e funzionari

 

BRINDISI – Cinque arresti per tangenti sono stati eseguiti dalla guardia di finanza di Brindisi in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare per corruzione nell’ambito di appalti per lavori eseguiti alla centrale Enel Federico II di Brindisi. I cinque arrestati, uno in carcere e quattro ai domiciliari, sono dipendenti e funzionari della società elettrica. 
L’inchiesta, coordinata dai sostituti procuratori di Brindisi Milto Stefano De Nozza e Francesco Carluccio, si è occupata di una serie di dazioni di denaro e altre utilità in cambio di favori nella concessione di appalti. 

La denuncia è partita da un imprenditore del Leccese, titolare di una ditta appaltatrice dell’Enel che ha segnalato di aver pagato tangenti per ottenere degli appalti e lavorare per la centrale. Alla stessa si è aggiunta una querela sporta dalla società elettrica, una volta riferite dall’imprenditore le vicende accadute. Secondo quanto emerso i cinque dipendenti Enel arrestati con le proprie condotte, ritenute dai pm qualificabili come corruzione continuata per atti contrari ai doveri d’ufficio, favorito l’impresa amica nell’aggiudicazione di diverse gare d’appalto, rivelando i valori da indicare nelle offerte da presentare, attestato falsi stati di avanzamento dei lavori, liquidato fatture per lavori mai eseguiti. Nei confronti dei 5 dipendenti Enel son stati anche eseguiti sequestri preventivi per 230mila euro.

Gli arrestati sono Domenico Iaboni di Roma, Carlo Depunzio di Mesagne, Fabiano Attanasio di San Martino delle Battaglie; Vito Gloria di Brindisi e Nicola Tamburrano di Torre Santa Susanna (Brindisi). L’unico a finire in carcere è stato Carlo Depunzio, addetto alle relazioni esterne territoriali della centrale elettrica Federico II di Brindisi. Gli altri sono stati posti ai domiciliari. Le misure cautelari richieste dai pm Milto Stefano De Nozza e Francesco Carluccio sono state emesse dal gip Stefania De Angelis.

Secondo quanto emerso, sarebbe stato chiesto il 5 per cento in termini di tangenti, in cambio di rivelazioni dei requisiti per partecipare ad appalti edili. L’imprenditore che ha denunciato i fatti prima all’Enel, poi alla Procura, è Giuseppe Luigi Palma, di Monteroni di Lecce.

A quanto rilevato alcuni dei lavori edili non sarebbero mai stati eseguiti. Fra questi un muro di contenimento contro il pericolo di esondazioni. Le indagini sono state condotte dai militari del Gruppo della guardia di finanza di Brindisi.

«Enel ha denunciato e ha fornito documentazione che ci ha dato riscontro della falsità delle certificazione degli stati di avanzamento dei lavori», ha detto il procuratore Marco Dinapoli che ha espresso apprezzamento per l’atteggiamento dell’Enel: «E’ così che si dovrebbe fare sempre. Chi subisce l’atteggiamento da parte di dipendenti infedeli, deve rivolgersi all’inquirente perché si accerti la rilevanza penale dei fatti accertati».

In mattinata anche una nota di Enel: “In relazione agli arresti di questa mattina di alcuni dipendenti di Brindisi, Enel evidenzia che l’indagine della Procura della Repubblica trae origine dalla denuncia presentata dalla stessa società nel mese di gennaio”, scrivono. “Enel, durante questo  periodo, ha costantemente fornito alla Procura della Repubblica ogni elemento utile per fare piena chiarezza sull’intera vicenda.
L’azienda ha peraltro adottato i provvedimenti disciplinari, incluso il licenziamento,  nei confronti dei dipendenti per i quali attraverso le verifiche interne erano stati già individuati elementi di responsabilità.  
Enel confida nell’operato della magistratura e ribadisce la propria collaborazione al prosieguo delle indagini”.

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