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Asl e Autismo: in Puglia svolta epocale grazie agli avvocati Missere

Di Roberta GRASSI

La metodologia più avanzata, la “migliore” delle cure possibili secondo le evidenze e secondo la parte in causa: dovrà pagarla la Asl a una bimba autistica della provincia di Brindisi che si era vista negare l’accesso alla terapia “Aba” e che invece potrà ricevere assistenza gratuita, anche se altamente specializzata. Lo ha stabilito il giudice del lavoro di Brindisi, Alessandra Ferraro, che ha accolto il ricorso urgente formulato dagli avvocati della famiglia della piccola, Serena e Raffaele Missere.

Una battaglia vinta, la prima in Puglia, una delle poche in Italia. Ma non solo. Con la decisione del Tribunale di Brindisi si fissa un principio che potrà essere avvalorato anche in altri casi e che concerne la gratuità delle cure, anche sperimentali, da porre a carico del Servizio sanitario nazionale.

Nel caso specifico era in discussione l’erogazione del trattamento riabilitativo cognitivo comportamentale, mediante metodologia Aba, indicato nelle linee guida per il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti. In particolare la previsione di un servizio da fornire in via diretta dalla Asl, o tramite il rimborso di ore di terapia ricevute da terzi.

La Asl si è costituita in giudizio e si è opposta.

“La tutela della salute – scrive il giudice – come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività è garantita, nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana attraverso il Servizio sanitario nazionale, quale complesso delle funzioni e delle attività assistenziali dei Servizi sanitari regionali”.

La normativa regionale, in materia di trattamento dei disturbi dello spettro autistico prevede: “l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza con l’inserimento delle prestazioni della diagnosi precoce, della cura, del trattamento individualizzato, mediante l’impiego di metodi e strumenti basati sulle più avanzate evidenze scientifiche disponibili”.

Il giudice ha vagliato anche nel dettaglio le caratteristiche del metodo richiesto. Quanto al metodo Aba che sta per Applied beahviour analysis e si fonda sull’uso dei principi della scienza del comportamento per la modifica di comportamenti socialmente significativi, le linee guida sul trattamento dei disturbi dello spettro autistico rilevano una sua efficacia nel migliorare le abilità intellettive, il linguaggio e i comportamenti adattativi dei bambini con disturbo dello spettro autistico”.

Sussiste quindi, a parere del Tribunale, il diritto della minore all’erogazione da parte del Servizio sanitario nazionale, di un trattamento cognitivo comportamentale modello Aba “trattandosi di una prestazione sanitaria per la quale sussistono evidenze scientifiche di un significativo beneficio in termini di salute, come accertato dalle linee guida sul trattamento dei disturbi dello spettro autistico”.

E’ stato quindi previsto, nello specifico, che in trattamento venga effettuato per sei ore settimanali. La durata, per il momento, è stata fissata in un anno.

L’ordinanza è stata depositata il 7 novembre scorso. Il ricorso era stato presentato, in via urgente, la scorsa estate dapprima dinanzi al giudice civile che aveva preso atto della propria incompetenza, in materia, inoltrandolo al giudice del lavoro che si è espresso favorevolmente. La Asl è stata condannata, tra l’altro, al pagamento delle spese di lite (1.500 euro). 

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