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cronaca

I vicini: abbiamo fatto di tutto per lui altro che omertà, la denuncia partita da noi

fonte quotidianodipuglia.it

Travolta dallo tsunami mediatico dei video che mostrano le aggressioni subite da Antonio Cosimo Stano con le sue inascoltate grida di aiuto, così per le parole del procuratore della Repubblica di Taranto Carlo Maria Capristo che in conferenza stampa ha parlato di «silenzi che uccidono» aggiungendo che «tutti conoscevano quei video», la comunità manduriana s’indigna e si affanna a respingere l’infamia dell’omertà che tutto il Paese le addebita. I primi a ribellarsi sono i vicini del pensionato che rivendicano i ripetuti tentativi di portare all’attenzione delle istituzioni quanto avveniva in quella casa al civico 8 di via San Gregorio Magno. Cosimo Digiacomo, ad esempio, assieme ad altri abitanti più sensibili, è quello che si è speso più di tutti per dare un aiuto al povero Antonio. «Chi oggi ci accusa di essere omertosi o peggio ancora di essere responsabili della morte di Antonio, dovrebbe vergognarsi; abbiamo perso il sonno per il nostro vicino e abbiamo fatto quello che le istituzioni avrebbero dovuto fare», dice il cinquantunenne che racconta come si è arrivati all’inchiesta che ha portato ieri al fermo di otto componenti del branco. «Quando abbiamo capito che la telefonata alle forze dell’ordine non serviva a niente dice -, abbiamo deciso di mettere nero su bianco coinvolgendo anche il parroco della chiesa, don Dario De Stefano che ha firmato anche lui l’esposto. Ogni volta che abbiamo avvertito qualcosa abbiamo sempre chiamato la polizia o i carabinieri che a volte passavano ma quando tutto era finito; oppure ci dicevano che non avevano pattuglie», racconta.
Le reazioni di sdegno dei manduriani che non si sentono omertosi, si sprecano. «La nostra cittadina afferma Leonardo Dinoi, attivista parrocchiano della chiesa di San Michele Arcangelo -, è estesa in orizzontale e chi abita sulla strada di Lecce non credo conosca tutto quello che accade sulla parte opposta della città». Racchiudono il parere della maggioranza gli interventi di due operatori dell’istruzione, l’insegnate Pamela Massari e il professore di matematica del liceo Scientifico, Vincenzo Pizzaleo. «Posso soprassedere sul fatto che a dirlo siano leoni da tastiera che abitano a migliaia di chilometri di distanza che non conoscono nulla del territorio dice la prima -, ma sentirlo dire in una conferenza stampa dagli inquirenti, gente che conosce il territorio e probabilmente anche i fatti, personalmente lo trovo vergognoso ed ingiusto; se sono a conoscenza di atti omissivi circostanziati aggiunge Massari -, allora dovrebbero prendere altro genere di provvedimenti e non infangare un’intera comunità fatta da tantissime persone per bene dandola in pasto a chi ora cerca solo uno scoop».