la voce a Sud

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dai lettori

TORRE: LIBERI AGRICOLTORI, O FACOLTOSI SUDDITI ?

Qualcuno, e sono in tanti, ci dovrebbe spiegare tutto questo.
Facciamo attenzione, in questi giorni si sta diffondendo sempre più la notizia di cinesi che arrivano in Italia per acquisire proprietà importanti come ristoranti, alberghi ect. Non ultima la notizia dell’acquisto del porto di Taranto. Inoltre, per il lavoro che svolgo, essendo molto spesso in contatto con piccoli, medi e grandi produttori agricoli, sento dire di una insistente richiesta di terreni agricoli per la realizzazione di parchi fotovoltaici. Terreni seminativi che verrebbero pagati dai 25,000 ai 30,000 euro per ettaro, terreni che in condizioni normali non pagherebbero oltre i 5,000/7,000 euro.

Tutto è compressibile per chi non ha più occhi per piangere, ma ragionateci sopra, cosa pensate che accadrà in futuro, quali benefici, quali soluzioni avremo? Nulla, arriverà qualche euro in più per chi ha venduto i terreni, mentre allo stesso tempo avremmo svenduto il territorio alle lobby del green energy, che porteranno via fuori dall’italia gli introiti degli investimenti. Mentre a noi rimarranno distese e distese di vetro e acciaio con annessa deturpazione del paesaggio, terreni sottratti al motore economico primario, e di conseguenza il turismo subirà l’inevitabile contraccolpo. La stessa cosa è accaduta con la scomparsa arbitraria di alcune colture, (pomodoro, barbabietole, tabacco) che oggi non si coltivano più in alcune zone, soprattutto del sud Italia, a favore di importazioni extra comunitarie, in special modo dalla Cina.

Una volta ai cinesi piaceva copiarci, oggi non gli basta più e quindi ci inondano dei loro prodotti inqualificati e ci invadono acquistando i nostri beni. Siamo veramente sicuri di voler diventare una colonia di una nazione a regime totalitario, siamo davvero sicuri di dover accettare quei trenta denari e tradire la nostra cultura e le generazioni future? Sembra che l’emergenza che viviamo in questi mesi, giustifichi di tutto e di più e che la paura indotta, ci porti a fare scelte sconsiderate. Secondo me, dovrebbe essere soprattutto un momento in cui bisognebbe fermarsi un attimo, guardare al passato che fu della nostra gloriosa terra nativa e ponderare bene le nostre scelte che determineranno il nostro futuro, dei nostri figli e discendenti. In questi momenti non può e non deve prevalere il sentimento egoistico del “va bene per me, va bene per tutti”, non va bene affatto per nessuno. Spero che gli italiani non dimentichino di essere ITALIANI, non dimentichino di essere un popolo di santi, poeti e navigatori, un popolo che ha dato i natali a Leonardo da Vinci, a Dante Alighieri, a Giotto, a Marconi, e tanti altri che ci vorrebbero giorni per ricordarli tutti.

Possediamo il 70% dei beni culturali, siamo l’unica nazione che conta il più alto numero di differenti speci animali e vegetali ed una conformazione geografica che va dalle Alpi innevate del nord alle splendide spiagge del sud passando attraverso gli Appennini e le pianure fertili. Da sempre siamo appetibili e visti come terra da conquistare, anche strategicamente come avanguardia bellica, la storia ce lo insegna, la nostra popolazione è un mix di residui post occupazione fin dalla notte dei tempi, con la differenza che prima si combatteva e si moriva per la difesa della propria terra mantenendo la spina dorsale dritta davanti all’invasore. Oggi, diversamente, ci riduciamo a degli invertebrati per trenta denari.
Sarò un utopista, ma fermiamoci un attimo prima che sia troppo tardi e riflettiamo!      

Giuseppe Scredi