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Governare un Paese – di Marco Pezzuto

Per governare un Paese come l’Italia ci vogliono leader politici che siano forti di anni di formazione culturale e di consenso. Persone che abbiano credibilità e spessore nazionali e internazionali nonché profili personali degni delle Istituzioni che incarnano.
Uno come Bonafede, avvocato per mancanza di prove e scarso DJ in gioventù, non potrà mai assumersi la responsabilità di riaprire i tribunali perché non è in grado di crearne le condizioni, sedando le paure e le incertezze di tutti i lavoratori e operatori del settore Giustizia.
Ha paura di sbagliare e di subire le conseguenze delle sue stesse decisioni perché non ha la statura politica per farlo nè il vero solido e solidale sostegno di un grande partito dotato di storica e credibile tradizione parlamentare.
Allo stesso modo, e per le stesse ragioni, la giovane Ministra Azzolina, sosia non avvenente della compianta Moana Pozzi e di Sabina Guzzanti, diplomata SISS giunta all’insegnamento senza abilitazione professionale, miracolata dall’improbabile lotteria delle nomine a 5 stelle, come potrà mai assumere l’impegno di far ricominciare la scuola a settembre, garantendo la sicurezza dei nostri ragazzi e del personale docente e non docente, senza incorrere in gravi incertezze, gaffes imbarazzanti e ripensamenti continui?
Per carità di Patria qui taccio di Di Maio (ministro degli esteri che non conosce il programma di geografia della quinta elementare e della terza media) e di Toninelli (che, per fortuna, non è più in carica, ma era già diventato una specie di personaggio da barzellette seriali).
Il Movimento 5 Stelle è arrivato al governo senza essere pronto per farlo, senza avere veri uomini capaci, dotati di carisma e competenze necessari a fare i ministri.
La vicenda della loro ascesa al potere dovrebbe servire a tutti da lezione.
Non esiste la vecchia politica, esiste la politica.
Il M5S è l’antipolitica. Non esiste compagine umana che possa ordinatamente ed efficacemente funzionare senza una organizzazione strutturata per gerarchia e merito, fondata su ruoli assegnati in base a competenze e attitudini specifiche.
La democrazia è una cosa, il kaos elevato a sistema è un altro. Il M5S ha dato all’opinione pubblica una immagine distorta e destabilizzante della politica. Uno non vale uno. Un idiota non può fare il ministro allo stesso modo di uno sveglio.
La selezione della classe politica deve essere fatta, dal mio punto di vista, attraverso il consenso, ma anche per meriti e capacità.