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PIETRO ICHINO:” LO SMART WORKING PER I DIPENDENTI PUBBLICI? UNA VACANZA RETRIBUITA”

GENERALIZZARE E’ STUPIDO E PERICOLOSO

Carissimo prof. avv. Pietro ICHINO,ho appena letto la sua intervista su Libero (sic!), riportata dai maggiori quotidiani nazionali cartacei e online e sono umiliata, arrabbiata, offesa.Riporto testualmente la sua affermazione: “lo smart working (ndr. lavorare da casa) per i dipendenti pubblici … nella maggior parte dei casi è stata solo una lunga vacanza pressoché totale, retribuita al cento per cento”.Una frase violenta, offensiva, non suffragata da alcuna prova, anzi contraddittoria, visto che lei stesso nel corso dell’intervista chiede al Ministero della Pubblica Amministrazione “un quadro attendibile di quanta parte dei dipendenti pubblici si è veramente attivato per fare smart working”.Quindi lei non sa! Non ha dati certi, eppure pontifica.Com’è vile generalizzare.E com’è facile, quasi banale attaccare tutta la categoria dei dipendenti pubblici, i più bistrattati da sempre, quelli cui sono stati bloccati gli stipendi, gli aumenti di carriera, quelli che le tasse le pagano per forza perché non possono evadere.Sono una dipendente pubblica che in questi mesi ha lavorato da casa (e continua a farlo) quanto e più di prima, senza soste, senza aumenti, senza riconoscimenti.Insieme a me ci sono tantissimi altri colleghi.Le generalizzazioni lasciamole agli sciocchi, prof. Ichino. Perché non vorrei mai lei provasse l’ebbrezza di leggere su un giornale domattina, il titolo: “IL LAVORO PER I PROFESSORI UNIVERSITARI? UNA VACANZA PAGATA DA SEMPRE”.

Deferenti saluti,

Carla Graduata