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politica

Scuola, la Azzolina cambia ancora rotta. Nuove linee e il 15% degli studenti «fuori dalle aule»

Fonte: secoloditalia.it

Alla fine il pressing di famiglie, presidi, Regioni ed enti locali ha avuto la meglio. E le linee guida per il rientro a scuola a settembre sono state modificate in una direzione giudicata accettabile dalla conferenza Stato-Regioni, che quindi è stata in grado di ratificare un accordo. “Le Regioni hanno avuto un ruolo determinante”, ha rivendicato il presidente della Conferenza, Stefano Bonaccini. Ciononostante le linee guida lasciano ancora molte perplessità, anche all’interno della stessa maggioranza: “Sulla riapertura è ancora tutto da capire”, ha commentato Gabriele Toccafondi di Italia Viva. In conferenza, inoltre, si è anche consumato uno strappo politico tra il governo e Vincenzo De Luca, che si è rifiutato di firmare.

Tutti a scuola il 14 settembre. Resta il nodo elezioni

Le scuole riapriranno, dunque, il primo settembre, ma si parla solo dei corsi di recupero. Le lezioni vere e proprie inizieranno, invece, il 14 settembre, mentre resta incerta la questione elezioni. Il governo, per il tramite del sottosegretario all’Istruzione Peppe De Cristofaro, per ora fa sapere solo di “sperare davvero” di trovare luoghi alternativi alle scuole.

DaD, distanziamento, doppi turni

Niente didattica a distanza sotto i 14 anni. È prevista, invece, per la secondaria, sebbene – è stato assicurato – come “extrema ratio”. “Il distanziamento fisico, inteso come un metro fra le rime buccali (le bocche, ndr) degli alunni, rimane un punto di primaria importanza nelle azioni di prevenzione”, si legge nelle indicazioni – recepite – del Comitato tecnico scientifico. Il ministro Lucia Azzolina, in conferenza stampa, ha sostenuto che “il 15% degli studenti va portato fuori dalle aule”; ha parlato di 50mila assunzioni per il personale scolastico; ha escluso i doppi turni; detto che gli studenti vanno portati “nei teatri, negli archivi, nelle biblioteche”; anticipato la necessità di ingressi scaglionati. “Abbiamo recuperato 3mila edifici dismessi con il dimensionamento”, ha detto, parlando poi di un software che “ci indica i metri quadri degli ambienti scolastici, delle palestre e degli auditorium”.

Molte questioni rimandate alle Conferenze dei servizi

Dunque, molte cose, a partire dalla logistica, restano da capire. E, d’altra parte, il nuovo testo lascia aperto un gran numero di questioni, rimandate alle “Conferenze dei servizi“. “Su iniziativa dell’Ente Locale competente, con il coinvolgimento dei dirigenti scolastici”, le Conferenze saranno “finalizzate ad analizzare le criticità delle istituzioni scolastiche che insistono sul territorio di riferimento delle conferenze”. In pratica, le scuole dovranno indicare i problemi da risolvere e gli enti locali dovranno risolverli, con “interventi e soluzioni che tengano conto delle risorse disponibili”. Insomma, ammesso che ci siano i soldi.