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Pensioni raddoppiate ma non per tutti. Vince l’invalidità civile

Fonte: trend-online.com

Agosto: il mese di solito emblema delle vacanze, quest’anno non porterà solo ombrelloni e abbronzature ma anche una importante novità per i destinatari delle pensioni di invalidità civile. Dal primo giorno del prossimo mese se i lavori in Parlamento procederanno secondo il calendario stabilito scatterà un significativo aumento dell’assegno che viene loro corrisposto mensilmente dall’INPS.

Nel Decreto Rilancio il governo si ricorda anche delle pensioni di invalidità

Nel cosiddetto Decreto Rilancio voluto dalla presidenza del consiglio per sostenere l’economia messa in ginocchio dall’epidemia di covid 19 e presentato in Parlamento dal governo di Giuseppe Conte infatti è stato introdotto anche un emendamento che riguarda questa categoria di pensionati. Presentato su proposta del gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia e con come prima firmataria Giorgia Meloni l’emendamento ha avuto nei giorni scorsi il via libera della commissione bilancio della camera. Solo il primo passo di un iter ancora da completare, ma forse il più importante. L’aumento della pensione di invalidità civile attende adesso di essere approvato in via definitiva da entrambe le camere del Parlamento e di diventare legge a tutti gli effetti. Evenienza questa che sembra abbastanza scontata, forse non così scontato invece sarà il rispetto dei tempi pronosticati per l’approvazione del decreto, viste le numerose altre questioni calde ancora in discussione che potrebbero frenare l’avanzare di questa complessa macchina.

46 milioni da dividere tra gli invalidi civili

Nel decreto rilancio sono stati messi a disposizione del Ministero del lavoro 46 milioni di euro, che dovranno servire a coprire l’iniziale aumento di spesa. Secondo quanto disposto dalla Corte Costituzionale l’aumento non avrà effetto retroattivo, negando così la possibilità di richiedere arretrati per il passato

Cos’è la pensione di invalidità civile

Si tratta di un assegno che viene corrisposto dall’INPS alle persone, indipendentemente dall’età, che a causa di malattie congenite o sopraggiunte nel corso della vita non permetta loro di svolgere un’attività lavorativa. Parliamo di malattie, quindi non di infortuni sul lavoro, che invece sono gestiti in modo diverso. L’assegno ha cifre variabili a seconda della presenza di una residua capacità di lavorare e quindi di essere in grado di provvedere almeno parzialmente al proprio mantenimento. Nel calcolare l’importo dell’assegno si tiene inoltre conto dei redditi di natura diversa e degli eventuali immobili o capitali su cui il potenziale pensionato possa fare affidamento. Nei casi più gravi è prevista l’erogazione anche di un assegno di accompagnamento.

Mentre la cosiddetta pensione è spendibile nel modo che l’assistito ritiene più opportuno, l’accompagnamento deve essere utilizzato per pagare le spese di assistenza di cui necessita il pensionato. È lasciata libertà al pensionato o al suo tutore di affidare questa assistenza a un professionista oppure di lasciarla ai parenti. la pensione di invalidità viene concessa dall’INPS previa visita medica che attesti l’effettiva impossibilità di lavorare e dopo un iter piuttosto lungo e macchinoso che di solito richiede l’assistenza di un CAAF. Ne sono destinatari tutti i cittadini in età compresa tra i 18 e i 67 anni. Al di fuori da questi limiti di età la legge prevede un sostegno economico di tipo diverso con regole e cifre differenti. 

L’attuale assegno di invalidità civile costituisce una violazione della Costituzione

Questa norma, se come auspicabile sarà approvata. sarà il doveroso seguito a una sentenza pronunciata dalla Corte Costituzionale il 24 giugno 2020. La Suprema Corte era stata interrogata dalla corte di Appello di Torino alla quel si era rivolto un invalido impossibilitato a lavorare che sosteneva che il suo assegno non solo fosse troppo esiguo, ma addirittura così basso da risultare contrario ai principi della Carta Costituzionale. I giudici della Corte Suprema con quella sentenza hanno definito lo stato attuale delle pensioni di invalidità come una chiara violazione dell’articolo 39 della Costituzione. Nell’articolo si legge 

Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale. Ai compiti previsti in questo  articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato. L’assistenza privata è libera.”

Nel dispositivo della sentenza del 20 giugno si legge che gli assegni corrisposti fino ad oggi sono “insufficienti a garantire il soddisfacimento delle elementari esigenze di vita”. Nello stesso dispositivo si aggiunge che ” ogni cittadino totalmente inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha il diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.” Il testo della norma è del tutto palese: le cifre erogate fino a ora sono insufficienti a garantire ai cittadini i diritti minimi sanciti dalla Costituzione e devono essere al più presto essere ritoccate verso l’alto.

Pensione di invalidità raddoppiata

All’apparenza la notizia sembra di quelle che se non cambiano la vita, almeno la rendono di gran lunga più comoda. Si parla infatti del raddoppio della pensione di invalidità. Così è infatti, ma per ridimensionare l’entità di questa pur positiva novità basta uno sguardo all’assegno che al momento stacca l’INPS. La somma che ricevono gli invalidi civili consegnando il loro assegno è di soli 285,66 euro. Cifra che da sola spiega e giustifica il parere espresso dai giudici della Corte Costituzionale. La somma erogata dal prossimo mese è invece di 514,16 euro vale a dire il doppio di prima, anche se ancora non si può parlare di un reddito rilevante.

Chi sono i destinatari dell’incremento della pensione di invalidità civile 

Le buone nuove portate dal Decreto Rilancio non sono però per tutti. In primo luogo ne beneficeranno solo gli invalidi al 100%. Quelli per intenderci assolutamente inabili a svolgere un’attività lavorativa che produca reddito. Nessuna nuova boccata di ossigeno, quindi per chi ha una invalidità di grado inferiore. Per questi restano in vigore le tabelle attuali. Altri paletti sono stati messi in base al reddito del pensionato.

La norma si applica solo a chi abbia un reddito personale pari o inferiore a 6.713,98. in questa categoria rientrano tutte le cifre che non derivino da lavoro per esempio interessi su capitali, o canoni di locazione. Sono inoltre esclusi i minori che percepiscono il reddito di frequenza normato da altre leggi. Nessuna preoccupazione di vedere il loro assegno livellato a 516 euro per chi già fa parte di categorie che percepiscono pensioni superiori; per loro la base di partenza rimane sempre quella attuale.

A chi spetta una pensione di invalidità civile di 780 euro

Non rientrano in questo decreto e non avranno aumenti, perché hanno già diritto a una cifra superiore neppure le persone over 67 anni. A condizione che abbiano un’invalidità al 100%, un reddito ISEE non superiore a 9.360 euro se vivono in un’abitazione in affitto e a 7.560 euro se invece risiedono in una casa di proprietà. In questo caso la pensione civile assume il nome di pensione di cittadinanza.