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Ostuni, calunniò la dottoressa che aveva salvato la vita al padre

Fonte: lagazzettadelmezzogiorno.it

Diffamò un medico, tacciandolo di essere responsabile di un caso di malasanità e che, invece, aveva fatto il suo dovere con grande professionalità: lo ha sentenziato, in primo grado, il giudice di pace e lo ha ribadito, in appello, il Tribunale. Non solo. La persona che aveva chiamato in causa un medico in servizio alla postazione di Ostuni del servizio di emergenza 118 alla fine ha risarcito la dottoressa, che lo aveva citato davanti al giudice per diffamazione, costituendosi parte civile e affidando la tutela delle proprie ragioni all’avvocato Pasquale Di Natale. Il successivo giudizio civile non è terminato con una sentenza in quanto nelle more è stato raggiunto un accordo per cui la dottoressa ha percepito la somma onnicomprensiva di 2500 euro. Somma – sottolinea l’avvocato Italia Ditano, che ha assistito la dottoressa nel giudizio civile – che sicuramente ha un valore simbolico rispetto al danno provocato dal comportamento avverso che ha leso l’immagine, la professionalità e il decoro di una professionista seria e preparata”.

Il fatto risale al 7 giugno del 2013. Quel giorno la centrale operativa del servizio 118 dispose l’intervento di un’equipe di soccorritori per un intervento di codice rosso a San Vito dei Normanni. Giunta sul posto, il medico, all’esito dei markers cardiaci e di due rilevazioni con l’elettrocardiografo telematico, dispose la terapia farmacologica per un sospetto infarto, A seguire, come previsto dal protocollo, la dottoressa, dopo aver contattato la centrale operativa, accompagnò il paziente al Pronto soccorso di Ostuni. Durante il trasporto in ambulanza, però, le condizioni del paziente si aggravarono per l’insorgere di una fibrillazione ventricolare. Resasi conto della gravità della situazione, il medico del 118 sollecitò la presenza al Pronto soccorso di un cardiologo che, visitato il paziente, allertò d’urgenza il servizio di emodinamica del Perrino. A Brindisi il paziente fu trasportato in ambulanza. A distanza di un mese dal fatto il figlio del paziente inviò una missiva al direttore generale della Asl.
“E’ mai possibile – era scritto nella lettera – che nel 2013 ci sia ancora incompetenza a fare una diagnosi a dir poco errata? Spero che si prendano seri provvedimenti nei confronti di certi dottori-dottoresse che osano giocare con la vita della gente”.
In conseguenza di quella lettera la direzione sanitaria della Asl aprì un’inchiesta nei confronti del medico del 118, che dovette relazione sulla vicenda al direttore del servizio 118.
“Appare indiscutibile – si legge nell’atto di citazione in giudizio – il contenuto diffamatorio oggettivo della missiva perché di ampia diffusione e perché intitolata come “segnalazione per malasanità”.
Di qui la decisione della dottoressa del 118 di querelare, con denuncia sporta alla stazione carabinieri di Ostuni, l’autore della lettera, ovvero il figlio della persona a cui, con il suo intervento, il 7 giugno del 2013 salvò la vita diagnosticando in tempo l’infarto in atto.