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cronaca

Violenze sulla figliastra disabile in macchina e in campagna? Patrigno condannato a 4 anni

Fonte: corrieresalentino.it

SALENTO – Avrebbe abusato della figliastra disabile di 18 anni in casa, in macchina e in campagna. Il presunto molestatore, un 40enne originario di Maglie, ad un anno di distanza dal suo arresto (era il 18 ottobre del 2019 quando finì ai domiciliari), è stato condannato a 4 anni di reclusione (oltre ad una serie di pene accessorie) con l’accusa di violenza sessuale continuata e aggravata. Ad emettere la sentenza, a conclusione del processo celebratosi con il rito abbreviato, è stato il gup Edoardo D’Ambrosio che ha abbassato di 1 anno la richiesta del pm Maria Rosaria Micucci (attualmente in servizio presso la Procura generale).

L’intera vicenda si è consumata in un comune del Basso Salento. Secondo le indagini condotte dagli agenti del Commissariato di Galatina, il “patrigno orco” avrebbe abusato della figliastra fino ad agosto dello scorso anno quando, in concomitanza con le confidenza della giovane alla madre, decise di rientrare nel suo paese d’origine. Dopo la denuncia sono scattate le indagini. E sarebbero emersi gli abusi: in campagna; in macchina; in casa.

La stessa giovane, dopo l’arresto del patrigno, confidò alla madre altri incontri raccontando i presunti abusi alla presenza di un’amica di famiglia. In particolare riferì di un rapporto sessuale completo con il patrigno in campagna in uno degli episodi contenuti nell’ordinanza con cui l’uomo venne confinato ai domiciliari (misura poi affievolita con il divieto di avvicinamento alla persona offesa). L’impianto accusatorio si è successivamente irrobustito grazie alle dichiarazioni fornite dal fratellino di 8 anni (sentito sempre in modalità protetta) che ha raccontato di come il patrigno fosse solito allungare le mani sulle parti intime della sorella.

Eppure, nell’inchiesta, secondo la difesa dell’uomo (avvocati Giuseppe Gatti e Antonio Corvaglia), ci sarebbero alcune falle. Gli accertamenti medici effettuati in ospedale avrebbero escluso segni di deflorazione (la rottura dell’imene) e di penetrazione. E le accuse si devono ritenere una ripicca della moglie (da cui l’uomo si sta separando) dopo un violento litigio così come dichiarato nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Pur rispettando la sentenza di condanna, gli avvocati dell’imputato attenderanno il deposito delle motivazioni per poi presentare Appello. Il dispositivo prevede anche un risarcimento nei confronti della ragazza (assistita dall’avvocato Alessandro Stomeo) da liquidarsi in separata sede.