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cronaca

Mafia, le mani della Società foggiana sui fondi europei: 48 arresti, in cella 4 funzionari regionali e il «re» del Psr pugliese

Fonte: lagazzettadelmezzogiorno.it

Questa mattina all’alba i carabinieri del Ros e i colleghi dei comandi provinciali hanno dato esecuzione a misure cautelari emesse dal Tribunale di Bari nei confronti di 48 persone, tutte arrestate, 41 in carcere e 7 ai domiciliari, indagate a vario titolo per associazione di tipo mafioso, riciclaggio, estorsione, concorrenza illecita con minaccia o violenza, sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione illegale di armi ed esplosivi, truffe per il conseguimento di erogazioni pubbliche. 

Tra gli altri, in carcere anche tre funzionari regionali, Cosimo Specchia, Giovanni Bozza e Giovanni Granatiero. Rispondono di associazione a delinquere per i finanziamenti ad alcune società agricole che avrebbero truffato la Regione. Cosimo Specchia è il responsabile della attuale sottomisura 4.2 del Psr 2014-2020. Bozza è accusato anche di corruzione per aver preso 30mila euro, oltre a cisterne di nafta e l’uso di una automobile Hyundai per chiudere un occhio sui controlli. Carcere anche per Luigi Cianci, funzionario dell’ufficio di Foggia.

È finito in carcere anche Manlio Cassandro, agronomo, 61 anni, titolare dell’omonimo studio di Barletta che si occupa di finanziamenti europei, a cui fa capo al momento il maggior numero di domande presentate in Regione (oltre mille) sul Piano di sviluppo rurale. In anni passati fu protagonista di un aspro scontro con Coldiretti. Più recentemente, nel corso dell’estate, è stato (con una lettera a sua firma) uno degli ispiratori delle modifiche al Psr.

Cassandro è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai fondi comunitari: secondo la Procura di Bari avrebbe sottoscritto una relazione che avallava le sovrafatturazioni presentate dagli imprenditori arrestati. La truffa ai fondi europei erogati dalla Regione ammonta a circa 16 milioni.

Questa inchiesta – commenta Francesco Giannella, il procuratore aggiunto di Bari che coordina la Direzione distrettuale antimafia – conferma che la Società foggiana è molto più potente di quello che si pensi. E’ una mafia vera che penetra nel tessuto sano della società condizionandone l’economia”. Sono complessivamente 48 le persone indagate a vario titolo per associazione a delinquere di stampo mafioso, riciclaggio, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione illegale di armi e esplosivi, e truffe allo Stato per l’erogazione di fondi pubblici.

L’indagine del Ros dei Carabinieri, dopo la cattura del latitante Francesco Russo in Romania, si è concentrata sul clan “Sinesi-Francavilla”, una delle organizzazioni mafiose egemoni in provincia di Foggia. Oltre ai reati classici dei clan, il gruppo criminale avrebbe riciclato i propri proventi illeciti all’estero oltre a truffare la Regione Puglia con la complicità dei tre dipendenti e del consulente finiti in carcere. [m.s.]

PROCURATORE NAZIONALE CAFIERO DE RAHO: MAFIA DA FOGGIA INFILTRATA IN ECONOMIA EUROPA – «La proiezione internazionale ha evidenziato come la criminalità organizzata sia andata ancora una volta a dirigersi e posizionarsi in quei Paesi nei quali è minore la resistenza e più debole la legge, quindi abbiamo Bulgaria, Romania, Repubblica Ceca, laddove sono state sviluppate indagini grazie alla collaborazione che questi Paesi hanno dato». Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho nella conferenza stampa sui 48 arresti eseguiti oggi dai carabinieri del Ros (41 in carcere e 7 ai domiciliari) su disposizione della Dda di Bari, relativi a reati di mafia, estorsioni e frode sui fondi europei che ruota attorno alla batteria mafiosa dei Sinesi-Francavilla di Foggia. “L’Europa – ha detto il procuratore – deve stare tranquilla e serena sul monitoraggio che viene sviluppato non solo dalle procure distrettuali ma anche delle forze di polizia, con arresti e sequestri all’ordine del giorno». “E’ un’operazione a 360 gradi – ha spiegato – che ha colpito struttura criminale anche nella sua componente militare ma anche in quella economico-imprenditoriale. Ciò che credo costituisca l’aspetto più significativo è che la Società foggiana non si muove solo per la consumazione di reati tradizionalmente mafiosi, ma ha assunto il modello tipico delle organizzazioni mafiose attraverso la gestione di affari e quindi attraverso una articolazione imprenditoriale con articolazione economico – finanziaria».

«Ancora una volta funzionari pubblici, quindi soggetti corrotti, anziché sviluppare quei compiti di controllo e vigilanza per i quali avrebbero dovuto ricoprire l’ufficio dell’ispettorato, hanno invece essi stessi dato sostegno per la consumazione delle frodi comunitari»