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cronaca

“Bimba di 10 anni molestata nel negozio di alimentari”: chiesta condanna a 8 anni per un commerciante

Fonte: corrieresalentino.it

TREPUZZI (Lecce) – Otto anni di reclusione. Questa la richiesta di condanna invocata dal pubblico ministero Giorgia Villa a carico del commerciante F.P., 72enne di Trepuzzi, accusato di aver molestato una bambina di soli 10 anni all’interno della propria attività commerciale nell’estate di un anno fa. Oltre alla condanna il pm ha chiesto la trasmissione degli atti alla procura per falsa testimonianza a carico di tre testi citati dalla difesa. La sentenza dei giudici della seconda sezione penale (Presidente Stefano Sernia) è stata rinviata al 16 dicembre dopo le controrepliche. Il commerciante finì agli arresti domiciliari dove è sempre confinato con l’accusa di violenza sessuale aggravata con un’ordinanza eseguita dai carabinieri della stazione di Trepuzzi guidati dal luogotenente Giovanni Papadia. Secondo la ricostruzione dei militari, agli inizi di luglio, la bambina si recò nel negozio dell’uomo per comprare della salviettine. Una volta all’interno dell’esercizio commerciale, tuttavia, la giovanissima, minuta e dal fisico esile, sarebbe stata avvicinata e “trascinata” in uno sgabuzzino. Dove sarebbe stata toccata e palpeggiata nelle parti intime. Per pochi secondi ma sufficienti per configurare un reato. Subito dopo F.P. le avrebbe suggerito di toccarsi il seno di notte e le avrebbe regalato delle gomme da masticare. Tornata a casa in lacrime la piccola raccontò ciò che le era accaduto ai genitori. La reazione di pancia del padre della bambina fu immediata. Raggiunse il negozio. F.P. cercò di difendersi: “Aspetta…aspetta che mo ti spiego”. Capendo che quanto le aveva raccontato la figlia era vero, accecato dalla rabbia e dall’ira, rifilò al titolare dell’alimentari un paio di pesanti ceffoni in faccia. All’indomani della pubblicazione su questo sito dell’episodio il commerciante si presentò presso la caserma dei carabinieri. Negò tutto. Riferì che la piccola aveva inventato ogni cosa. Raccontò che la minore indossava una maglietta molto larga e un po’ sconcia in quanto lasciava intravedere il seno. precisò che i contatti con la ragazzina si sarebbero limitati all’acquisto delle salviettine e al regalo di un pacchetto di caramelle peraltro alla presenza di altri due clienti. Versione, però, ritenuta contraddittoria dagli inquirenti.

Anche la ragazzina è stata sentita dal pm alla presenza di una psicologa nell’ambito di un ascolto protetto presso la Procura dei Minori. La bimba, a dispetto della tenera età, ha ricostruito nei minimi dettagli l’accaduto. Con coraggio e precisione. Senza palesare alcun tentennamento neppure quando la psicologa, con le cautele del caso, è entrata nei dettagli. La bambina ha ricordato tutto senza palesare alcun tipo di contraddizione. Sono state raccolte anche le dichiarazioni di una donna sentita come come persona informata dei fatti. E i carabinieri hanno effettuato un sopralluogo all’interno della sgabuzzino compatibile per dimensioni e arredo (scuro e privo di finestre) con la descrizione fornita dalla ragazzina. La consulenza sulla personalità della piccola ha poi fatto emergere l’adeguatezza e la fluenza del linguaggio e un atteggiamento estremamente collaborativo in grado di ricordare e raccontare adeguatamente i fatti.

A distanza di un paio di mesi dall’episodio, il gip del Tribunale di Lecce Giulia Proto, su richiesta dell’allora pubblico ministero Maria Rosaria Micucci, emise nei confronti di F.P. un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari “perché altre bambine potrebbero subire la stessa sorte ed evitare di portare a conoscenza l’accaduto per timore, vergogna o paura”. In giornata, dopo la requisitoria, hanno discusso gli avvocati difensori Antonio Savoia e Luigi Covella che hanno messo in dubbio le consulenze psicodiagnostiche e il racconto della ragazza la cui madre si è costituita parte civile con l’avvocato Antonio Romanello mentre il padre è rimasto persona offesa con l’avvocato Viola Messa.