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cronaca

Invalida e ultranovantenne, 48 ore per una diagnosi al pronto soccorso

Fonte: brindisireport.it

BRINDISI – Quasi due giorni su una barella del pronto soccorso dell’ospedale Perrino di Brindisi in attesa di essere dimessa o trasferita nel reparto. E’ quanto accaduto ad una anziana di Ceglie Messapica, 94enne e invalida al 100 percento, anche, a causa di un ictus avuto lo scorso agosto e che l’ha costretta a tre mesi di riabilitazione in un centro specializzato. La donna, è arrivata al Perrino sabato 20 febbraio 2021 intorno alle ore 11 con l’ambulanza del 118. Nelle ore precedenti aveva accusato forte mal di testa fino a rimettere. Così, i sanitari giunti presso l’abitazione della figlia dove l’anziana vive, fatta la prima valutazione dopo l’accertamento dei parametri, decidono di trasportarla presso il vicino pronto soccorso del Camberlingo di Francavilla Fontana. Durante il trasporto, però, secondo il racconto dei familiari, incrociano il medico sulla strada che, nonostante il “codice azzurro” ( urgenza differibile con attesa di 60 minuti), decide il dirottamento dell’anziana al pronto soccorso del Perrino di Brindisi.

Qui, data la situazione legata al Covid-19, i familiari non possono accedere e, infatti, viene chiesto loro di attendere nel parcheggio e di lasciare un recapito telefonico per le successive comunicazioni. Da quel momento la 94enne è stata visitata per il primo consulto dopo 10 ore, ovvero intorno alle 20 di sabato sera. Durante tutta la domenica ( 21 febbraio 2021) è stata, poi, sottoposta a tac, consulto radiologico ed eco addominale. Alle 21 di ieri sera, domenica 21 febbraio, l’anziana era, ancora, su una barella del pronto soccorso dal quale è stata dimessa questa mattina, lunedì 22 febbraio 2021, intorno alle 4:30. “Abbiamo provato tante volte a metterci in contatto in queste ore con il centralino del pronto soccorso – raccontano i familiari – ore di attesa per capire quale fosse la situazione, considerando che si tratta di una donna invalida al 100 percento, quindi, non autosufficiente e, soprattutto, lasciata su una barella a 94 anni. Siamo consapevoli delle difficoltà e delle urgenze ma sarebbe opportuno valutare bene il paziente quando si decide di portarlo verso un ospedale piuttosto che un altro ed evitare che si congestioni un pronto soccorso”. “