la voce a Sud

blog d'informazione online – attualità, cronaca, notizie, cultura, storia, gastronomia, spettacoli, informazioni, aggiornamenti ed eventi dal territorio

notizie

Niente vaccini a chi assiste parenti fragili, la Regione tira il freno: “sono pochi”

Fonte: lavocedimanduria.it

Contrordine dalla Regione Puglia sulla vaccinazione dei caregiver. Con una comunicazione trasmessa l’altro ieri a tutti i medici di medicina generale, il responsabile del piano vaccinale, evidentemente per motivi di scarsa disponibilità di dosi, ha invitato i curanti a somministrare il siero soltanto ai propri pazienti fragili e fragilissimi e non anche ai rispettivi assistenti, familiari o estranei, come erano le indicazioni precedenti.

Il cambio di rotta in corso d’opera ha spiazzato i medici che avevano già preso appuntamento con le famiglie per la vaccinazione contemporanea dei malati e di chi li assiste. Un inconveniente mal sopportato sia dai sanitari che dai parenti degli ultraottantenni allettati che speravano nell’immunizzazione almeno di chi è più a stretto contatto con le persone a rischio. Tra questi anche molti malati di Sla o in coma vegetativo per danni neurologici che attendono da cinque mesi di essere vaccinati ed evitare il rischio d’infezione che per loro significherebbe morte quasi certa. In difficoltà anche i medici che oltre a doversi giustificare per scelte prese dall’alto e per certi versi incomprensibili, sono seriamente preoccupati per la sorte dei propri assistiti.

Un problema in più che si aggiunge a quello dei tempi contingentati per la somministrazione del vaccino Pfizer il quale non offre la possibilità di somministrare più di dodici dosi al giorno. Inutile, quindi, chiederne di più. Da tener presente che una volta scongelata e diluita, la fiala da cui si estraggono sei dosi deve essere consumata entro sei ore. Se tutto va bene, la mezza giornata a disposizione, perché l’altra deve essere impiegata per l’attività ambulatoriale, è appena sufficiente per sei inoculazioni. In più, ogni sera, i curanti devono aggiornare il data base con i dati dei pazienti a cui è stata somministrata la dose con numero di lotto, tipo di vaccino. Anche ad avere più scorte di vaccino, fanno notare i medici, più di tanto non potranno fare.

Nazareno Dinoi