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I “pentiti” descrivono i ruoli nella Cupola

Fonte: lavocedimanduria.it

Sono 279 le pagine che ridisegnano la mappa delle attività criminali gestite da quella che è stata definita «la cupola» manduriana. Il nuovo fascicolo, depositato al gup del Tribunale di Lecce, Marcello Rizzo, dal pm della direzione distrettuale antimafia, Milto Stefano De Nozza, è il condensato delle dichiarazioni spontanee rese da due imputati dell’inchiesta intitolata significativamente «Cupola» che il 14 ottobre dello scorso anno ha portato in carcere 23 persone ed altre 17 indagati a piede libero, quasi tutti manduriani, accusati a vario titolo di associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e altri delitti contro la persona e il patrimonio, tutti aggravati dal metodo mafioso. I due «dichiaranti di giustizia» (non ancora formalmente pentiti), oltre a confermare le accuse individuate dalla Procura, mettono in mezzo altri episodi non conosciuti dagli inquirenti con almeno una cinquantina di nomi, tutti coperti da omissis, su cui sono in corso verifiche. Il primo dei due collaboranti che ha chiesto di incontrare il sostituto procuratore De Nozza, ha anticipato l’interrogatorio con un manoscritto in cui dichiara il proprio pentimento di aver fatto parte del gruppo criminale. Otto pagine scritte di proprio pugno che dovrebbero essere un atto d’accusa nei confronti di quasi tutti i coimputati.

Un contributo prezioso per la procura antimafia soprattutto nella parte in cui viene descritto l’organigramma dell’organizzazione malavitosa con nomi e cognomi dei capi e dei rispettivi gregari con i compiti di ognuno. Le successive dichiarazioni dei due collaboranti, descrivono una gestione del crimine basato sostanzialmente sul traffico di droga e sulle estorsioni. Viene confermata la composizione della cupola secondo la procura composta dai quattro maggiori imputati, Walter Modeo, Giovanni Caniglia, Nazareno Malorgio e Elio Palmisano. Ogni gruppo avrebbe controllato un settore del crimine in base ai propri canali di approvvigionamento della sostanza stupefacente. Secondo le dichiarazioni dei due dichiaranti, ad esempio, Modeo sarebbe specializzato nel reperire sul mercato soprattutto la cocaina, Malorgio l’eroina mentre Caniglia, sempre secondo i collaboranti, gestiva il mercato dell’estorsione e Palmisano curava i trasferimenti della droga e lo spaccio. Molto di più conterranno le intere pagine oscurate dagli omissis sicura materia di nuove indagini che fanno presagire un nuovo imminente blitz. Intanto il contributo dei due dichiaranti ha permesso al piemme De Nozza di riformulare i capi di imputazione, aggravandoli, per Pietro Spadavecchia e Angela Pedone, moglie del presunto boss, Caniglia.

Il 30 giugno è stata fissata la nuova data dell’udienza preliminare. In quella occasione le dichiarazioni dei due pentiti saranno state studiate dal folto collegio difensivo composto dagli avvocati Massimo Mero, Giuseppe Masini, Salvatore Maggio, Sergio Luceri, Alessandro Cavallo, Lorenzo Bullo, Antonio Liagi, Cosimo Parco, Michele Fino, Francesco Fasano, Dario Blandamura, Giuseppe Presicce, Giuseppe Giulitto, Francesca Coppi, Fabio Falco, Cosimo Micera, Raffaele Missere, Lucia Missere, Franz Pesare, Armando Pasanisi, Cinzia Filotico, Mario Rollo e Sara Piccione. 
Nazareno Dinoi