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cronaca

Omicidio carabiniere in congedo, la lettera della sorella: “Silenzio troppo assordante, vogliamo la verità”

Fonte: corrieresalentino.it

COPERTINO (Lecce) Un omicidio ancora senza un nome e un movente e dopo quasi tre mesi la sorella del carabiniere in congedo Silvano Nestola, ucciso con quattro fucilate alla periferia di Copertino, vuole verità e giustizia: “Chi ha ucciso un bravo papà sotto gli occhi di un figlio 11enne?” si domanda la signora Marta.

Omicidio carabiniere in congedo, la lettera della sorella: "Silenzio troppo assordante, vogliamo la verità" - Corriere Salentino

Il contenuto della missiva è chiaro. Si cerca di capire chi, la sera del 3 maggio, ha esploso le fucilate intorno alle 22 contro il militare a pochi metri dall’abitazione della sorella dove l’uomo aveva cenato insieme al figlioletto. “Scrivo questa lettera – si legge – a nome della famiglia Nestola…una famiglia la cui vita è stata stravolta da un evento così brutale ed efferato, una famiglia piena di dolore che al momento si trova in una bolla di silenzio …un silenzio dilaniante che nessuno sembra voler spezzare, troppo pesante da trattenere…troppo doloroso da accettare, con delle domande assillanti a cui nessuno sembra voler dare una risposta: Chi ha ucciso un bravo papà sotto gli occhi di un figlio undicenne?
Chi l’ha portato verso la morte in modo così brutale?

Ma soprattutto quando si ridarà la dignità a un bravo Papà…un bravo figlio…un servitore della Patria? Come mai non si sente l’esigenza e l’urgenza di assicurare alla giustizia qualcuno che è armato e che è libero ancora oggi poter essere pericoloso verso la nostra famiglia o verso chiunque altro, permettendogli di poter compiere nuovamente dei delitti orribili? Io e la mia famiglia, i miei genitori, mio fratello ed il piccolo figlio undicenne continuammo ad essere spaventati, terrorizzati che qualcuno ancora oggi libero possa ripetere quello che è già successo, non sappiamo di chi fidarci e non conosciamo da chi e da che cosa dovremmo stare attenti. Sentiamo il bisogno urgente di avere delle risposte, delle certezze, non possiamo dopo tre mesi di silenzio assordante non avere nessuna risposta.

Ridate la dignità ad un uomo che ha donato la sua vita al prossimo…Non merita altro silenzio…non meritiamo altro dolore. Le indagini, coordinate dai pm Paola Guglielmi e Alberto Santacatterina, hanno portato al sequestro di alcuni fucili da caccia e di un furgone ed all’iscrizione nel registro degli indagati (con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione) di una coppia di coniugi di San Donaci, di 70 e 62 anni, la cui figlia aveva intrattenuto una relazione con il carabiniere in congedo.