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Torre Guaceto, tra rifiuti spiaggiati e tartarughe: il lavoro dei volontari di Plastic Free

Fonte: brindisireport.it

CAROVIGNO – Domenica 26 giugno gli attivisti dell’associazione Plastic free, con la collaborazione dell’associazione Amici
di Specchiolla, di Pugliazon, del Gruppo Speleologico Martinese e col supporto della società agricola Bellastoria, si sono impegnati in una giornata di sensibilizzazione sull’abbandono dei rifiuti nel territorio ed hanno raccolto materiale spiaggiato nell’area protetta di Torre Guaceto. Approfittando dell’ombra e dei fioroni degli alberi all’interno del parcheggio, hanno indossato magliette e cappelli blu e, armati di guanti e pinze, hanno raccolta in circa cinquanta sacchi, rifiuti di ogni tipo: polistirolo, plastica, reti, vetro, scarpe, lattine e sigarette.

La passeggiata si è conclusa al centro di recupero delle tartarughe di Punta Penna Grossa, dove, grazie alla collaborazione del Consorzio di gestione della riserva, che ha sostenuto l’evento, è stato possibile visitare le tartarughe in degenza, conoscere qualcosa in più sulle loro abitudini e quanto l’uomo stia influendo negativamente sulla loro esistenza. Nei mari ci sono circa settecento specie che soffrono l’inquinamento da plastica, sia perché restano intrappolate sia perché la ingeriscono. Tra queste ci sono alcune specie di invertebrati e uccelli marini, ma anche delfini, balene, capodogli e le tartarughe.

All’inizio si pensava che le tartarughe ingerissero la plastica scambiandola per le meduse di cui sono ghiotte, ma un team di scienziati statunitensi ha analizzato in comportamento di 15 caretta caretta, trovandone la vera causa: le tartarughe vengono ingannate dal loro olfatto. L’inganno avviene perché la plastica, rimanendo a lungo nei nostri mari, viene ricoperta da alghe e
microorganismi incrostanti che le conferiscono un odore simile a quello del loro cibo. Per dimostrare ciò, gli scienziati hanno sottoposto le tartarughe a quattro diversi stimoli olfattivi: acqua distillata, cibo, plastica pulita, plastica lasciata cinque settimane in mare. I risultati del test hanno dimostrato che le risposte comportamentali delle tartarughe erano le stesse in presenza del cibo e della plastica lasciata in mare, dimostrando peraltro che bastano solo cinque settimane per trasformare la plastica in un inganno mortale.

“Abbiamo scelto la riserva ed il centro di recupero perchè la tartaruga è il simbolo della nostra associazione e parte integrante del nostro progetto ‘Salviamo le tartarughe’ – dichiara Luigi Antelmi per Plastic Free-. La Riserva di Torre Guaceto chiude un ciclo di 15 iniziative che hanno visto ruotare più di 500 volontari e rimuovere dal nostro territorio 8mila e 700 chilogrammi di rifiuti. Grazie a tutti i partecipanti, insieme si riesce a fare tanto.”

“Ringraziamo gli attivisti della sezione Plastic Free di Carovigno che hanno organizzato questo evento di pulizia e sensibilizzazione e tutte le associazioni che vi hanno aderito – ha commentato il presidente del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Rocky Malatesta-, crediamo fortemente che sia fondamentale coinvolgere i nostri concittadini nelle attività di tutela dell’area protetta, solo così possiamo assicurarci che Torre Guaceto goda sempre di buona salute. E’ sempre una grande gioia accogliere le iniziative di salvaguardia che provengono dal mondo della cittadinanza attiva,la nostra comunità ha a cuore la riserva e non perde occasione per dimostrarlo.”