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ACCADDE OGGI- Il 26 dicembre del 1965, all’età di 17 anni, Franca Viola venne rapita

Simbolo di ribellione e coraggio, Franca Viola, la ragazza che ha sfidato le consuetudini e le convinzioni retrogadre dell’epoca, una ragazza che dopo aver subito uno stupro, rifiuta il matrimonio riparatore, diventando così simbolo della emancipazione femminile.

A 15 anni, con il cosnenso dei genitori si era fidanzata con un ragazzo del paese. Quando questo fu accusato di furto, il padre di Franca impose alla figlia di rompere il fidanzamento.

Il ragazzo, dopo un periodo di breve reclusione in Germania, al suo ritorno, cercò di riallacciare il rapporto con la ragazza, anche con minacce e intimidazioni contro il padre, che tentava di proteggere la figlia, tenendola lontana da lui.

Il giovane, il 26 Dicembre del 1965, con l’aiuto di un gruppo di balordi, fece irruzione in casa di Viola, rapendola insieme al fratellino che si era attaccato alla gambe della sorella nell’inutile tentativo di proteggerla.

Il bambino fu rilasciato dopo 48 ore, ma Franca rimase prigioniera per 11 giorni, fu tenuta in isolamento e digiuna e subì anche violenza carnale. Venne liberata dalla Polizia il 6 Gennaio 1996.

Il ragazzo e i complici vennero arrestati. All’epoca la legge italiana ammetteva la possibilità di estinguere il reato di violenza carnale in caso di matrimonio “riparatore”: se Franca avesse spostato il suo rapitore avrebbe salvato il suo onore e quello della sua famiglia. In caso contrario sarebbe stata una “donna svergognata”.

Fino a quel momento nessuna ragazza si era mai rifiutata di sposare il proprio stupratore, la paura di essere etichettata a vita come ”svergognata” insieme a quella di rimanere zitella per tutta la vita, avevano indotto tante vittime ad accettare il ”matrimonio riparatore”, rassegnandosi ad una vita di violenza.

Con la cosiddetta ”PACIATA” le famiglie si riappacificavano e i reati di sequestro di persona e violenza carnale si esinguevano.

Franca Viola fu la prima ad avere il coraggio di rifiutare il matrimonio riparatore, e di ribellarsi a certi sistemi che sino a quel momento erano stati ritenuti intoccabili.

Una delle frasi più significative di Franca Viola, in grado di spiegare l’intera vicenda fù: “io non sono proprietà di nessuno, nessuno può costringermi ad amare una persona che non rispetto, l’onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce“.

La prevaricazione, la violenza di genere, le usanze araiche anche nei modi e negli atteggiamenti sono piaghe che continuano ad esistere nel nostro contesto sociale.

La storia, la forza, la dignità e il coraggio di Franca Viola, deve continuare ad essere raccontata e ricordata, per fare da ”faro” nella vita di chi, purtroppo, ancora oggi vive situazioni di violenza fisica e morale, ma soprattutto per sostenere fermamente che è possibile cambiare il corso di una vita dolorosa, indrizzandosi sulla strada della libertà, dei diritti, e del rispetto di sè e della vita stessa.

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