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Sotto l’effetto di droghe lascia l’auto a centro strada per “godersi la scena”

 

SAN PANCRAZIO SALENTINO – Si è rischiato davvero grosso nella serata di ieri, lunedì 14 dicembre, sulla tangenziale est di Lecce: un uomo sotto l’effetto di sostanze psicotrope ha lasciato la sua Opel Meriva sulla corsia di sorpasso e a luci spente provocando un incidente dove è rimasta coinvolta, ancora una volta una bambina che fortunatamente non ha riportato gravi conseguenze. Dopo un lungo e pericoloso inseguimento è stato arrestato: si tratta di Antonio Cavallone, 46 anni originario di San Pancrazio Salentino e residente a Carmiano (Le). È accusato di resistenza a pubblico ufficiale, omissione di soccorso e fuga a seguito di sinistro. Per gli stessi reati, più furto di energia elettrica, è stato denunciato un uomo di 49 anni che viaggiava insieme a lui.

Questi i fatti. Poco dopo le 17 sulla tangenziale est, altezza del Bricoman, un uomo di 33 anni originario di Aradeo, percorre la strada con la sua Punto e con a bordo la figlioletta. All’improvviso la macchina che lo precede rientra dalla corsia di sorpasso, e l’automobilista si accorge di un’autovettura grigia, stranamente ferma nel bel mezzo della corsia di sorpasso con le luci spente e senza alcuna segnaletica d’emergenza: impossibile evitare l’impatto anche a causa del sopraggiungere di molte auto sia in coda che sulla destra. Poco dopo si accorge che il conducente dell’auto impattata, una Opel Meriva, era  seduto sul guardrail a “godersi” la scena. Il giovane padre scende dall’auto per comprendere l’entità dei danni e per richiedere i soccorsi dei sanitari del 118, mentre il proprietario della Meriva non curante di nulla, risale in macchina e si allontana a velocità sostenuta nonostante i gravi danni alla carrozzeria: la targa posteriore era diventata un tutt’uno con la Fiat Punto.CAVALLONE_Antonio_Rosario_1-2

Le cose da questo momento in poi assumono un carattere del tutto inverosimile. L’Opel Meriva alla cui guida, è poi stato accertato c’era Antonio Cavallone, si trasforma in una “pallina da flipper” sbattendo da un guardrail all’altro della carreggiata, a velocità sostenuta e perdendo per strada pezzi di carrozzeria e pneumatici. Nella zona fortunatamente era in servizio una pattuglia della stazione carabinieri della compagnia di Tricase, al comando del capitano Simone Clemente, che notata l’auto e il grave pericolo per l’incolumità degli automobilisti  attiva i dispositivi d’emergenza acustici e i lampeggianti intimando all’autista di fermarsi, sbracciandosi e dimenando la paletta. L’uomo però continua la sua folle corsa tentando più volte di ostacolare il sorpasso della pattuglia dell’Arma anche rimbalzando più volte contro lo spartitraffico in cemento facendo così schizzare pezzi di lamiera sul manto stradale. L’inseguimento si protrae per una decina di chilometri mentre i militari dell’Arma da un lato cercano di far desistere lo spericolato automobilista, dall’altro devono evitare che nessuna delle autovetture in coda tenti un azzardato sorpasso.

Ad un certo punto l’epilogo: la Opel impatta nuovamente sullo spartitraffico all’altezza dello svincolo Giorgilorio, lo penumatico anteriore sinistro esplode. Una fumata nera, una carambola, e poi Cavallone e il passeggero scendono dall’autovettura, e come se non fosse accaduto nulla tentano di allontanarsi. I carabinieri prontamente bloccano l’accesso alla corsia e fermano i due sospettati che cercano di dimenarsi asserendo più e più volte di non aver commesso alcunché e di avere il diritto di andare ovunque. I due sono sotto l’effetto di sostante psicotrope, a stento si mantengono in piedi. Portati alla ragione e piantonati sino all’arrivo dei colleghi delle compagnie di Lecce e Campi Salentina giunti in supporto, i due vengono trasportati al Vito Fazzi di Lecce per gli accertamenti del caso. Cavallone è risultato poi positivo a più sostanze psicotrope.

Per il suo compagno di avventure è scattata anche la denuncia per furto di energia elettrica perché a seguito della perquisizione domiciliare i militari della Compagnia di Campi Salentina hanno accertato che l’uomo usufruiva indebitamente della corrente elettrica mediante bypass del contatore.

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