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cronaca

FEMOR è una”Fondazione per Educazione e Menagement in Ortopedia”.

Ha un riconoscimento a carattere nazionale, con possibilità di intervento in Italia e all’estero.
E’ una “non profit” . La fonte principale di finanziamento è l’impegno degli ortopedici. Sulla disponibilità del Consiglio Direttivo degli Ortopedici italiani sindacalizzati, dalla loro quota associativa (la più bassa dei sindacati medici) viene prelevato tutto il necessario per adempiere alle finalità che descriverò. A questo si aggiunge la dedizione con cui medici e cooperanti si recano nei luoghi di missione e quella di volontari che ricercano contributi con iniziative territoriali, fondamentali alla sopravvivenza. Altre fonti sono le risorse derivate dal 5 per mille, ancora di modesta entità.
Ho l’onore e il privilegio di essere tra i Soci Fondatori e da diversi anni anche il Presidente della FEMOR..
La missione è il perseguimento esclusivo della finalità della ricerca scientifica in campo sanitario e sociale. Promuove e finanzia attività di cooperazione internazionale e iniziative idonee a favorire un organico contatto con operatori e organismi nazionali ed internazionali nell’ambito della diffusione e promozione della cultura sanitaria. I soci della fondazione mettono a disposizione il loro tempo e la loro professionalità in favore dei paesi del terzo mondo.
Tra le più lodevoli iniziative bisogna annoverare le iniziative in sostegno dell’Africa:
Dal 2007 si sono organizzati corsi di formazione per la organizzazione ospedaliera in diverse città italiane per rendere efficace l’alleanza medico paziente e superare la “medicina difensiva”,
Nel 2012 ha finanziato un progetto di formazione della fondazione AVSI finalizzato all’organizzazione di un workshop ortopedico a GULU, in Uganda, per la cura e la riabilitazione dei feriti delle mine antiuomo;
Dal 2013 sponsorizza la formazione del personale medico in Burundi per conto della fondazione Medici per Africa Centrale Onlus;
Dal 2013 promuove e finanzia la formazione specialistica in ortopedia, presso l’Università di Addis Abeba di medici africani;
Novembre 2014 all’interno del Congresso Nazionale SIOT (Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia) dedica uno spazio al Terzo Mondo dal titolo “ Il ruolo dei medici italiani nella cooperazione internazionale”
dal 2014 realizza direttamente corsi di formazione ortopedica per medici ed infermieri nella Repubblica Democratica del Congo,esattamente nel villaggio d’Idiofa, a circa 700 km dalla capitale, in piena savana. Si tratta di un villaggio quasi totalmente privo d’infrastrutture , servizi, . La gente è ancora molto legata alle superstizioni, all’animismo, fa ricorso alla medicina tradizionale. Opera gratuitamente i bambini con malformazione agli arti inferiori e superiori oltre alla costruzione di una sala operatoria nello stesso villaggio.
Nel 2015 non è mancata la collaborazione alla riapertura del maggiore ospedale in Sierra leone devasta dal virus Ebola
Nel 2016 ha offerto la formazione in ortopedia, di un mese , in Italia ad uno dei medici congolesi che si è distinto per l’impegno e la professionalità.
Altre iniziative , meno rilevanti, in favore dell’Africa, del Congo in particolare, riguardano l’organizzazione di eventi c/o scuole,associazioni e Comuni, per sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto alle problematiche congolesi e l’adesione e partecipazione, nel febbraio 2016, alla settimana della cooperazione internazionale promossa dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, in accordo con Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale-“ Un solo mondo un solo futuro”. Il 24 febbraio è stata organizzata una mostra in collaborazione con A.I.F.O
In Congo realizziamo due missioni mediche l’anno di 15 giorni e vorremmo portarle a tre l’anno.

So che non è molto, ma siamo felici di impegnarci a crescere nel nostro contributo solidale per l’Africa.

Michele Saccomanno

 

 

Un villaggio quasi totalmente privo d’infrastrutture , servizi, le poche strade esistenti sono fatte di terra battuta, durante la stagione delle piogge è quasi impossibile percorrerle.. La gente è ancora molto legata alle superstizioni, all’animismo, fa ricorso alla medicina tradizionale.

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