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cronaca

La mia tata centenaria: una vita ad insegnare la fede

La mia tata oggi centenaria: una vita ad insegnare la fede

In passato mi è capitato spesso di scrivere di nonnini che hanno spento 100 candeline..

Questa volta però a compierli è una persona a me molto cara: la mia prozia, Carluccio Maria, classe 1918, cresciuta e invecchiata a Torre Santa Susanna.

La sua vita è stata dedicata alla famiglia e in particolare ai nipoti. Ha avuto la sua schiera di corteggiatori in gioventù, sempre rifiutati per amore di un unico grande Uomo, Gesù.

Ha lavorato come cuoca al Convento dei Padri Carmelitani, a Torre, quando questo era popolato da frati e seminaristi: tra di loro sono molti a ricordarla per i suoi modi sempre gentili e costantemente disponibile.

Una volta poi ritiratasi in pensione ha voluto dare una mano alla nipote, Anna, ormai sposata e con due figli: io e mio fratello. Ed è qui che a scrivere delle sue infinite bontà nei nostri confronti non sarebbe possibile per la quantità ma soprattutto la qualità di attenzione che ci ha quotidianamente rivolto. Dirle grazie in quei momenti veniva quasi meccanico, capirne il senso di quel bene c’è voluto un po’… Un bel po’ di anni per la verità. Ora che sono cresciuta e la vecchiaia l’ha allettata ho provato a ricambiarle quel bene e dirle grazie per quello che mi ha insegnato. E io ho questo modo per esprimerle il mio bene: scriverle oggi, in questa giornata così speciale, nel giorno del suo centesimo compleanno e far conoscere ai più quel che ha regalato a noi: il suo tempo, i suoi sacrifici, tutta la sua vita.

L’immagine che più di frequente mi ricorre alla mente è di lei seduta al bordo del divano in modo garbato e dritta che legge sottovoce un passo del vangelo. Quel libricino che con tanta cura aveva rifoderato con un foglio di un mio album delle figurine di Sailor Moon per renderlo più accattivante anche a me. E ancora di lei che in diversi momenti del giorno mi ricordava di pregare: allora lo facevo un po’ svogliatamente. Quella fede che mi ha insegnato però l’ho sentita viva e che mi dava coraggio durante un momento un po’ buio della mia vita quando pregavo per la salute di mia figlia. Lei me lo diceva che Dio ci ascolta, di parlargli, di dialogare con lui, di sentirmi forte perché c’è Lui: mi sono affidata totalmente a Dio e ci ha salvato nell’avere la forza e coraggio per affrontare quell’occasione.

Cara zia Pia cosa avrei fatto senza i tuoi insegnamenti? Grazie per ogni cosa e ti auguro uno splendido compleanno in compagnia della tua famiglia che ti ama ed è orgogliosa di stare con te.

Antonella De Luca

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