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politica

TORRE : RIFLESSIONI DEL DOTT. TIBERIO SACCOMANNO

Svimez certifica che l’economia del Mezzogiorno d’Italia sia in caduta libera. Negli ultimi due trimestri del 2018 e nel primo del 2019 abbiamo perso 107 mila occupati, mentre, nello stesso periodo, il Nord è cresciuto di 48 mila unità. Sempre Svimez, ci conferma che per risanare il gap occupazionale tra noi e il Settentrione occorrerebbero 3 milioni di posti di lavoro in più nel Mezzogiorno.

A questo punto, non credo ci voglia perizia clinica speciale per affermare che buona parte dell’Italia è agonizzante, e, guarda caso,  la parte interessata è proprio il Meridione. I risultati statistici di riferimento peggiorano giorno dopo giorno, rapporto dopo rapporto, e noi rimaniamo ad osservare, forse plagiati, il teatrino quotidiano della politica messo in scena da semplici comparse. Come se nulla accadesse. Assistiamo inermi a futili discussioni balneari, mentre lorsignori, uomini delle istituzioni, avrebbero ben più serie e importanti urgenze da affrontare.  Come se non bastasse, il declino dei consumi della Pubblica Amministrazione e degli investimenti pubblici degli ultimi anni nel SUD è inarrestabile, mentre chi avrebbe il compito di investire e di far fruttare le risorse messe a disposizione dalla Unione Europea per la nostra terra, non riesce a spendere nemmeno un terzo dei fondi assegnati. Non so quanto coscientemente, ma non reagiamo di fronte all’inefficienza totale di amministratori votati per aiutarci a correre, ad essere competitivi, mentre oggi ci ritroviamo ad aver perso tanto terreno e molte occasioni: una sanità regionale allo sbando e preda di logiche territoriali poco inclini al bisogno e alla richiesta di salute; una agricoltura che in ogni dove diventa occasione di crescita economica e occupazione giovanile, mentre in Puglia, nella totale indifferenza dei nostri governanti, si sgretola, come una delle migliaia di piante di ulivo infestate e disseccate dalla xylella;  una programmazione miope e inavveduta che non è riuscita a bilanciare le nostre sofferenze con i successi degli altri.

Credo sia arrivato il momento di dire basta, di rimboccarci le maniche per fermare questa macchina infernale che ci stritola: dall’Alto, con gli interessi di chi vuole a tutti i costi l’autonomia delle regioni del Nord per rimpinguare fino all’orlo i propri pozzi, e, dal Basso, con l’incapacità di chi non è riuscito in questi anni a porre un argine al declino della nostra economia, pur avendone l’autorità e la possibilità. Non possiamo più aspettare un treno che passi nella speranza che sia quello giusto per noi, a noi occorre un treno speciale e bisogna farlo partire da qui, che abbia spazio a sufficienza per contenere le nostre istanze, e che ritorni con le risposte opportune, ma che, soprattutto, abbia alla guida un macchinista sicuro ed esperto a cui affidarci che ami la sua terra.  

TIBERIO SACCOMANNO

Dirigente Fratelli d’Italia