la voce a Sud

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dai lettori

LA TEOLOGIA

Sin dai tempi del liceo rifletto spesso su un misterioso tema che in pochi forse conoscono, parlo della teologia.La teologia è una disciplina che collega a se storia, cultura, umanità e non solo. Nell’antica civiltà, all’epoca dei Sumeri, aveva un ruolo fondamentale, forse era più indotta come un regime di vita, in quanto la gente era schiava non solo del lavoro forzato, ma anche dalla sete del potere politico e religioso.

Questa disciplina ancora oggi mi affascina, appartiene a un mondo mistico e non so in realtà quanta vera religione può avvolgere il suo misterioso nome. Penso che i vecchi detti non sbagliano, tra cui mi immedesimo nella sapienza ebraica che dice che:”se adempirai tutta la legge e i precetti, e questo non ti serve per raggiungere la gioia, è segno che non sai come si fa a osservare la legge e i precetti”.

Un giro di parole, ma vere, in quanto c’è un senso e tutto è racchiuso nel saper dare un senso a ciò che abbiamo, adottando qualsiasi capacità. Un amico mi ha consigliato di leggere quello che ha scritto e detto uno dei saggisti più importanti che si occupa di storia antica e antico testamento, parlo di Mauro Biglino. 

Biglino sostiene che un’autentica interpretazione del testo della Bibbia, porta alla luce che il “libro” per antonomasia, fondamento di ebraismo e cristianesimo ed anche dell islam, non è la storia del manifestarsi del Dio unico, ma bensì il racconto dell’alleanza, tra l’antica etnia ebraica e un essere extraterrestre.Un essere extraterrestre… Riflessione! Detto questo lascio spazio ad un mio amico caro che di mestiere è uno sceneggiatore spettacolare e vi farà riflettere maggiormente leggendo un suo testo. Buona lettura. Grazie 

Caterina Sollazzo & Francesco D’Apolito

  

Il volto di Dio

L’impalcatura ci precedette di qualche giorno,

 in imponente attesa,

dall’aspetto impaziente,

pronta a partecipare alla creazione di un nuovo capolavoro,

fu posta centralmente all’aula,

spoglia di panche e di tutto ciò che avrebbe potuto distogliere il genio del maestro.

Entrati nella Cattedrale,

fui subito sottomesso dalla sua incisiva regalità,

ammonitrice di vergogne e peccati,

il respiro preso dal turbamento,

modificò il suo ritmo,

mentre il maestro confidente di Dio e ospite ben voluto,

 si pose ai piedi dell’impalcatura,

centralmente al transetto,

ruotando la testa da sinistra a destra sedusse la navata con promesse allusive di rigenerata vita.

 Da lì a poco sarebbe iniziato una connessione che avrebbe portato al concepimento di una nuova e strabiliante opera d’arte.

Non dissi nulla,

 lo lascia lì a contemplare la sua visione,

con candido passo iniziai a scaricare l’attrezzatura necessaria,

 lui sempre lì immobile.

Se lo si guardava con attenzione,

si poteva scorgere la sua essenza,

che,

 abbandonato il suo corpo era già sulla cima più alta della struttura a generare linee che avrebbero dato un volto a Dio.

Finito di porre tutti gli strumenti necessari,

mi posi alle sue spalle a pochi passi dalla sua contemplazione.

Poi, a bassa voce,

per non disturbare la quiete della casa dell’Altissimo,

 mi sussurrò;

 “Aiutami a salire,

è ora di dare un nuovo vestito a questa Cattedrale,

 presi la scatola del carboncino e l’imbracatura,

 lo accompagnai fin sopra,

dove le sue mani potevano accarezzare la volta.

Lui sempre con lo sguardo verso l’alto,

alzò le braccia,

mentre io lo mettevo in sicurezza.

Passarono i giorni,

 io sempre lì a pochi passi dal capolavoro,

 pronto ad esaudire ogni sua volontà,

Ospiti nella casa dell’Altissimo per 8 ore al giorno,

 solo due pause,

 una per rifocillarci ed una che non avevo ancora messo a fuoco.

 Nei giorni trascorsi nessun uomo si permise di mettere piede nella Cattedrale,

 era chiusa a chiunque.

                                                                              Solo un uomo in abito talare,

di colore rosso ponsò,

 veniva a fare colloquio con il maestro,

si intratteneva con lui per qualche minuto,

 io sempre ad una distanza tale da non recare pensieri di nessun tipo.

Finito andava via.

Da tutti i passi emessi si sentiva solo il singolo rumore di un tacco,

un colpo secco, null’altro,

 come se aleggiasse non toccando pavimento,

quell’unico suono ci avvisava della sua presenza,

 compariva da dietro una colonna con mani giunte,

 attendeva la discesa del maestro che davanti a lui si inchinava per baciare,

la mano o un l’anello, della mano sinistra.

Ogni volta terminata la breve chiacchierata,

il maestro si rimetteva a lavoro ma con una creatività,

 non vorrei dire spenta,

ma frutto della delusione.

Quando tutto fu completato,

scendemmo dall’impalcatura,

ci prestammo al centro della navata ed iniziammo a guardare la grande opera tratta dal salmo 82 dell’Antico Testamento,

Dio rimprovera i governanti del popolo.

Io ero estasiato da tale perfezione,

tutto era racchiuso in una armonia celestiale,

forme così eleganti da risultare vere,

colori penetranti da intimidire gli occhi,

 ed il volto di Dio,

un padre universale che esprime amore per il suo operato.

Avvolto da tale estasi non mi accorsi del turbamento nel volto del maestro,

gli chiesi con timorosa riverenza,

 “Cosa la turba?

Il tutto è perfetto!

 È pura realtà,

ed il volto di Dio…è come se lo conoscesse nell’intimità,

 guardarlo dà conferma alla verità!”

Non mi aspettavo una risposta,

averla mi spiazzò,

tanto quanto quello che disse.

Quello che gli uscii dalla bocca fu sussurrato,

come una confessione,

capii subito che stava per arrivare un momento di solennità e mi preparai ad accogliere le sue parole,

 a farle mie prigioniere, per tutta la vita.

 Aveva un timbro basso e roco,

nonostante tutto fu limpido nelle affermazioni

“La bellezza che esprime è ineccepibile,

consola l’anima,

 questo è ciò che mi è stato chiesto,

è certamente una delle opere più riuscite che abbia mai realizzato,

 ma strazia il cuore sapere che guardarlo esprime verità,

il salmo 82 parla di un incontro fra l’Altissimo e gli Dei suoi figli,

dove il loro comportamento viene ammonito,

ricordando loro che anche se Dei,

 moriranno tutti come gli uomini.

Quello che stai guardando non è ciò che narra la Bibbia,

 ma la verità dei teologi,

che da circa duemila anni hanno deciso cosa si deve considerare autentico,

ma questa non è la verità, perché la verità non è con loro”

Talebano