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La guerra delle due curie: da Ascoli le accuse contro il vescovo Pisanello

L’argomento è sempre lo stesso: Antonio Longo, il religioso già viceparroco della Don Bosco di Manduria che per la curia di Oria non è più sacerdote per decreto papale…

fonte lavocedimanduria.it

Continua la lotta a distanza tra le sacrestie della curia di Oria retta dal vescovo Vincenzo Pisanello e quella di Ascoli Piceno affidata a monsignor Giovanni D’Ercole. L’argomento è sempre lo stesso: Antonio Longo, il religioso già viceparroco della Don Bosco di Manduria che per la curia di Oria non è più sacerdote per decreto papale, mentre per la curia marchigiana lo è ancora non avendo mai ricevuto alcun decreto dal Vaticano. Per questo il presunto ex sacerdote Longo ha querelato il vescovo Pisanello.Ieri abbiamo dato conto della lettera del Collegio dei Consultori della Diocesi di Oria che è una levata di scudi a difesa del loro monsignore descritto come persona «umile e buona» che si è «spesa per cercare di aiutare Longo, coinvolgendosi in prima persona in maniera discreta e generosa, proponendogli a più riprese un percorso di verifica e di sostegno».

Di tutt’altro tenore il contenuto di una nota stampa diffusa oggi dal vicario generale della curia ascolana, monsignore Emidio Rossi. Secondo il portavoce del vescovo D’Ercole, che interviene «in qualità di persona coinvolta nel caso don Antonio Longo, monsignor Pisanello sarebbe tutt’altro che persona buona e disponibile al confronto e all’aiuto dei propri sacerdoti. «Il sottoscritto a più riprese – scrive il prelato marchigiano -, ha fatto appello a monsignor Pisanello, scrivendogli due lettere “imploranti” la carità di un incontro con don Antonio; l’incontro – prosegue lo scritto – non solo non c’è mai stato, ma per di più il Vescovo non s’è degnato di rispondere una parola a queste mie lettere che chiedevano solo paternità episcopale».

Questo presunto rifiuto all’ascolto da parte del monsignore di Oria, che per la dottrina del clero è una gravissima mancanza, sarebbe stato verificato da più religiosi di Ascoli. «Il sottoscritto assieme ad un gruppo di sacerdoti della diocesi di Ascoli Piceno – scrive Rossi –, siamo stati testimoni che il vescovo Pisanello aveva bloccato il numero di cellulare di questo suo sacerdote (don Antonio Longo, Ndr), proprio per non dargli la possibilità di essere contattato».

La lunga lettera del vicario generale contiene altre accuse di supposta scarsa collaborazione e trasparenza del vertice della curia di Oria per non aver mai fatto leggere gli atti d’accusa nei confronti del loro ex sacerdote nemmeno al suo avvocato «facendo così venir meno il diritto alla difesa». Infine si insiste sul giallo del decreto papale che avrebbe tolto l’abito sacerdotale a Longo. «Il Vescovo Pisanello – conclude la nota – non ha mai fatto firmare né tanto meno dato a don Antonio Longo, alcun decreto che recasse la firma del Papa e con il quale, a dire del Vescovo Pisanello, don Antonio Longo sarebbe stato dimesso dallo stato clericale». L’intricata vicenda sta creando molti nervosismi nella sede vescovile di Oria e in alcune parrocchie della diocesi i cui parrocchiani cominciano a chiedere maggiore chiarezza sull’oscura storia.

N.Din.