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Maico Turso: il ruolo delle intercettazioni nelle indagini difensive

fonte cronacaedossier.it

Intervista a Maico Turso, Direttore dell’“Agenzia Turso Investigazioni”: una finestra sul mondo delle consulenze investigative

Maico Turso, può dirci come nasce il Suo lavoro di investigatore privato?
«Il mio lavoro nasce nel 2010, data del rilascio della mia licenza da parte della Prefettura di Brindisi, ma tutto ebbe inizio qualche anno prima. Ero in Tribunale ed assistevo ad una delle tante arringhe di mio suocero, avvocato in una provincia difficile, quella brindisina, dove i figli non vanno capiti ma difesi. Parlando con un maresciallo dei Carabinieri seduto di fianco a me, di indagini ed accertamenti tecnici, fui folgorato dalle sue parole, mi disse: “Ti vedrei bene come consulente tecnico”. Il pomeriggio stesso mi iscrissi ad un corso di laurea specifico, da lì ebbe inizio questa nuova esperienza che oggi mi permette di affermare che sto svolgendo il mestiere più bello del mondo e che non potrei fare altro».

Qual è il ruolo di Maico Turso nel campo delle intercettazioni?
«Nel processo penale le intercettazioni sono diventate una delle principali fonti di prova, soprattutto per i reati che prevedono l’associazione mafiosa o il traffico di sostanze stupefacenti. In questi casi, attraverso le intercettazioni, l’organo di PG, riesce fin da subito ad indirizzare le proprie attività di indagini e l’Autorità Giudiziaria a consolidare i propri capi d’accusa. L’investigatore privato entra “in azione” grazie alla possibilità che offre il codice attraverso il “giusto processo”, attività che viene svolta per conto della difesa su incarico degli avvocati. L’attività principale, svolta da noi investigatori privati, è quella di riascoltare le intercettazioni e verificare l’esatta trascrizione sul documento. Qualora ci si accorge di un errore d’interpretazione o di un termine errato o addirittura non trascritto si deve procedere a contestazione. Non ultimo, attraverso questa attività, vi è la possibilità di trovare ulteriori informazioni utili all’indagine».

Maico Turso, può spiegare ai nostri lettori le responsabilità e la delicatezza che comporta questo lavoro?«Il lavoro delle trascrizioni è compito delicato sia quando a svolgerlo è l’investigatore privato che cerca prove a supporto della difesa, ma soprattutto lo è (o dovrebbe esserlo) per gli organi investigativi della Procura. Come già detto, per alcuni reati le intercettazioni sono la principale fonte di prova, trascrivere fedelmente ed avere l’umiltà di fermarsi quando l’ascolto è incomprensibile, senza “accontentare” chi ha formalmente conferito il mandato (PM, Giudici, Avvocati) a prescindere se si ricopre la veste di PG, CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio) o CTP (Consulente Tecnico di Parte). Il nostro compito, come quello della Polizia Giudiziaria, è quello di accertare la verità e lo si può svolgere solo con scienza, coscienza e professionalità».

Quali sono i casi di cui generalmente Maico Turso si occupa in qualità di consulente?«Il lavoro principale lo svolgo nell’ambito di processi dove sono chiamato ad espletare attività di indagini difensive che riguardano soprattutto reati di mafia. Riascolto tutte le intercettazioni per riscontrare se le trascrizioni fatte dalla PG o dai CTU, sono riportate “fedelmente”. Un compito di massima fiducia, in quanto chi si affida al mio lavoro deve necessariamente credere che io lo svolga nel modo migliore. La posta in gioco è sempre molto alta. Il mio compito non si esaurisce con il controllo della correttezza della trascrizione. Ascoltando ore ed ore di intercettazioni riesco a cogliere gli aspetti più interiori degli indagati (si ascolta tutto in genere), questo mi serve per capire i comportamenti, le intenzioni, ecc.. Tempo fa, attraverso l’atteggiamento di un “sodale” ed una giusta interpretazione, riuscii a dimostrare che lo stesso era ormai intenzionato a lasciare il proprio “gruppo malavitoso”, da ciò ne derivò la scarcerazione da parte del Tribunale della Libertà. In passato ho lavorato con i Tribunali, ma la mia passione è lavorare per le “indagini difensive”, così come disciplinato dal Codice di Procedura Penale».

l’intervista a Maico Turso è a cura di Paolo Mugnai