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cronaca

Morto il brigadiere Manlio Amadori, testimoniò nel processo Vannini. Non era d’accordo con Ciontoli

fonte forzearmatenews.it

Il brigadiere capo Manlio Amadori è morto a sessantadue anni. La sua
scomparsa è avvenuta nella mattinata di oggi, mercoledì 22 aprile. Il
sottoufciale prestava servizio da quasi vent’anni nella stazione di Ladispoli che oggi è in lutto, mentre trenta li ha passati alla stazione di Campo di Mare.
Amadori è uno dei carabinieri ascoltato in aula durante il processo per la
morte di Marco Vannini, il ventenne di Cerveteri ucciso da un colpo di pistola
la notte tra il 17 e il 18 maggio 2015 nella villetta della famiglia della danzata
a Ladispoli. Secondo le informazioni apprese le condizioni di salute del
militare erano molto delicate, sottoposto a trapianto, purtroppo è peggiorato
progressivamente, no al decesso. Amadori nel 2013 ha ricevuto un encomio
dal Comune di Ladispoli, un riconoscimento per le indagini eseguite sul
delitto Cuomo e uno da Palazzo Falcone per la tromba d’aria.

La testimonianza del brigadiere Amadori al processo Vannini.
La notte dell’omicidio di Marco Vannini Amadori era reperibile come
sottoufciale di giornata. Fu chiamato e si recò in caserma a Ladispoli:
“Quando arrivai trovai tutta la famiglia Ciontoli. Feci entrare Antonio Ciontoli
nel mio ufcio. Si accomodò, era molto preoccupato e ha cercato di fornire
una prima ipotesi su quanto era accaduto. Dopo aver carpito alcune cose, ho
ritenuto opportuno fare capire che non ero d’accordo, però non potevo
andare oltre. Lì lui esternò con un gesto un po’ particolare: “Che fai mi vuoi
arrestare?”. Lì poi intervenne il marcesciallo Izzo che passava nel corridoio e
ho detto: “Guardi ci parli lei che non è il caso che io interferisca oltre quelli
che sono…”. E Ciontoli: “Mah, adesso metto nei guai mio glio””. Allora, il
Comandante Izzo aprì la porta, quando mi vide che ero un po’ irritato dico:
“Guardi comandante, io esco fuori perché non mi sta bene, non posso io
sentire certe cose”. Dice rivolto a Ciontoli: “Anto’ tu mi devi dire una cosa: chi
è che ha esploso il colpo di pistola? Tu o tuo glio?”. “No, sono io”. “Ecco
allora vedi di farla nita e basta”. Lì chiusi il discorso”.