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politica

Ecco come il centrodestra ha fallito ogni elezione negli ultimi 20 anni

Fonte: epolisbari.com

Alla fine del…secolo scorso, ovvero 20 anni fa, la Puglia era considerata una regione politamente di centrodestra. Qualcuno addirittura la definiva “nera”. Era un po’ la sintesi del fatto che mai il centrosinistra era riuscito a vincere le elezioni regionali, grazie anche alla presenza di un personaggio politicamente “ingombrante” ed influente come Pinuccio Tatarella. Un capo riconosciuto, con la sua indiscutibile capacità di dialogo, la sua autorevolezza, il suo intuito politico. Non a caso era riuscito a costruirsi un ruolo per sé e per il suo partito fino ad essere il vicepresidente del Consiglio nel primo governo Berlusconi partendo dall’isolamento del Movimento sociale Italiano. Non solo, ma passando attraverso Alleanza Nazionale aveva immaginato il progetto definito “Oltre il Polo”, col quale stava costruen-do un futuro troncato bruscamente dalla sua morte.

Il patrimonio di Tatarella, soprattutto in termini di esperienza politica, non è stato di fatto raccolto da nessuno. E non è certamente un caso che coloro i quali hanno condiviso quegli anni si sono fatti da parte, faticando a ritagliarsi un ruolo in un centrodestra che non riconoscono più né in termini di posizionamento politico, né in termini di valori.

La cronaca degli ultimi mesi ha “fotografato”, nonostante la parentesi della pandemia da Coronavirus, come parte dello schieramento preferisca puntare sull’estemporaneità del proprio orticello. Il dato di fatto è che questa fazione di centrodestra pugliese non ha minimamente idea di che cosa significhi fare squadra e soprattutto non ha imparato nulla dal passato. Forse perché quel passato non gli appartiene e quindi gli è sconosciuto.

Dicevamo del patrimonio di voti disperso. Un’emorragia che dura de quindici anni e che in pochi si sono presi la briga di analizzare: è molto più facile salire sul carro del vincitore del momento. Così gli insulti che ci siamo presi, noi meridionali, dai leghisti della prima ora oggi non hanno alcun peso. Anzi, forse chi rappresenta Salvini non sa neanche di che si sta parlando.

Nel 2000 l’ultima vittoria del centrodestra alle elezioni regionali in Puglia. Raffaele Fitto vinse col 53,97%, infliggendo un distacco di oltre dieci punti al candidato del centrosinistra, il magistrato andriese Giannicola Sinisi. Erano i tempi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale, un fronte unito nel quale la Lega Nord da queste parti non si affacciava neanche.

Cinque anni dopo il primo successo del centrosinistra. Nichi Vendola la spunta per soli 14mila voti su Raffaele Fitto: 49,84% contro 49,24%. Fitto commette un errore di strategia politica: invece di tagliare nastri, studia la riorganizzazione della rete ospedaliera pugliese a ridosso delle elezioni, ipotizzando chiusure di diversi ospedali. Vendola fonda la sua campagna elettorale sulla sanità, critica le scelte dell’avversario ma non appena eletto conferma il manager di Fitto, Mario Morlacco, che aveva studiato la riorganizzazione. Che ovviamente resta tale, chiusure comprese…

Vendola vince anche nel 2010. Raccoglie il 48,69% contro il 42,25 di Rocco Palese (Forza Italia è diventata Popolo della Libertà), candidato del centrodestra. Riceve un congruo aiuto da una guastatrice seriale: Adriana Poli Bortone, che si candida fuori dallo schieramento ed erode un 8,71% a Palese. Basta fare una semplice somma algebrica per capire che il centrodestra unito avrebbe vinto. La Lega al Sud non esiste neanche questa volta.

Adriana Poli Bortone rovina tutto anche nel 2015, sebbene stavolta i suoi voti non sarebbero comunque bastati. Francesco Schittulli alla presentazione della sua candidatura la ospita, in lacrime, sul palco. Qualche giorno dopo la signora dimentica le sue stesse lacrime, si sfila e spacca il fronte appoggiata da Forza Italia e da “Noi con Salvini”. A Schittulli restano invece “Oltre con Fitto” e “Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale”. Sulla carta la Poli Bortone diventa la principale competitor di Michele Emiliano, ma le cose vanno diversamente. Emiliano vince (47,12%) ma al secondo posto c’è Antonella Laricchia (18,42%) del Movimento 5stelle. La corsa tutta interna al centrodestra la vince invece Schittulli (grazie alla spinta di Fitto) che spunta il 18,29%. La signora leccese si ferma al 14,40% nonostante Forza Italia e i leghisti.

Conta qualcosa tutto questo? Ai posteri l’ardua sentenza, come avrebbe detto Alessandro Manzoni se si fosse votato il 5 maggio