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cronaca

Brindisi, ricovero choc al Perrino: donna non si lavava da anni, larve di mosca nelle ferite

Fonte: lagazzettadelmezzogiorno.it

Non si lavava da anni e nelle lesioni sul corpo erano presenti larve di mosche.
È questo il quadro che si è manifestato agli occhi del personale medico e paramedico dell’ospedale “Perrino”. Lei è una donna di 61 anni, residente in provincia, che stando alle dichiarazioni dei sanitari vivrebbe con il marito e il fratello sacerdote. Obesità, insufficienza renale cronica, scompenso cardiaco, piaghe da decubito in diversi punti del corpo, addirittura al gomito denotano l’incuria e lo stato di abbandono in cui versa una donna che probabilmente è rimasta nella stessa posizione a letto per mesi.
«Il gomito – sottolineano i medici che l’hanno accolta in ospedale, accompagnata dal marito e da un gruppo di volontari – è un punto che difficilmente va incontro a piaghe da decubito. Tanto indica un totale disinteresse nei confronti della persona».
La presenza delle mosche nelle ferite aperte è possibile in una condizione di degrado totale: la signora è ingestibile dal solo marito e richiede ausilio e prestanza fisica non indifferente. «Per operare un cambio di posizione sul letto d’ospedale sono serviti 5 volontari. Un pessimo odore si è diffuso nella sua stanza tanto che abbiamo dovuto far circolare l’aria. La gestione del caso richiede un pronto intervento dei servizi sociali: non si può lasciare una donna in questo stato».

Tra le altre cose, sorgono numerosi dubbi: da quanto tempo resiste in condizioni al limite? Ci si domanda come abbia fatto a vivere nonostante la gravità dello stadio delle piaghe aperte tanto da presentare mosche sul corpo e come, pur annoverando 65mila globuli bianchi, che indicano uno stato infettivo severo, sia riuscita a sopravvivere. Il corpo è oramai deformato anche dalla grave obesità che le impedisce ogni minimo movimento oltre che qualsiasi grado di autonomia. «Dinanzi alla complessità del quadro clinico si è reso necessario un approfondimento. L’aspetto che preoccupa maggiormente è la mancata gestione domiciliare. Bisogna che i servizi sociali intervengano per garantire un adeguato sostegno familiare, prima che sia troppo tardi». Tanto dichiarano i medici che, pur convivendo con la sofferenza in maniera quotidiana, sono rimasti senza parole per una condizione di degrado totale.