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Perrino: “Mancano infettivologi e anestesisti, in Pronto soccorso situazione difficile”“

Fonte: brindisireport.it

BRINDISI – Rispetto al monito lanciato lo scorso luglio, la situazione non è ancora migliorata. In Pronto soccorso, anzi, è addirittura peggiorata. Il presidente dell’Ordine dei medici della Provincia di Brindisi, Arturo Oliva, rieletto all’unanimità venerdì scorso (2 ottobre) per il secondo mandato consecutivo, torna a denunciare le carenze di organico che affliggono l’ospedale Perrino. Mentre la Puglia sta attraversando la seconda ondata di coronavirus, il nosocomio brindisino è ancora a corto di diverse figure professionali, fra cui infettivologi e anestesisti. Fortunatamente in provincia di Brindisi i dati dei contagi sono ancora contenuti. Bisognerà sperare nella buona sorte per scongiurare il ripetersi di criticità come quelle patite fra marzo e aprile, quando i reparti Covid ospitavano decine di pazienti. “Sono aumentati i posti letto – dichiara Oliva – ma non era la parte alberghiera a preoccuparmi. Trovare dei letti o dei monitor non è complicato. Invece la carenza è sugli specialisti. Sono stati incrementati i posti di Rianimazione, dove ci auguriamo che i pazienti Covid non arrivino più con la stessa frequenza con cui arrivavano prima, ma mancano ancora gli anestesisti. Questo è un problema che non è stato assolutamente risolto. Non bisogna pensare solo al Covid. Bisogna pensare anche alle altre malattie, altrimenti la gente morirà per altro”. Gli anestesisti, in particolare, sono costretti a rinunciare a riposi e ferie per garantire cinque sedute operatorie al giorno, dalle ore 8 alle 14, oltre alle urgenze. “Ne servirebbero – prosegue Oliva – molti di più. Siamo nettamente sotto organico”. Una situazione analoga si registra nel reparto di Malattie infettive. “La malattia Covid è una malattia infettiva – afferma il presidente dell’Ordine – ma mancano gli infettivologi. Si sarebbe dovuto accendere un faro su questo reparto. Da noi ci sono solo sei medici, che sono costretti a fare delle turnazioni per fronteggiare non solo il Covid, ma anche altre malattie infettive”. 

Arturo Oliva-2

Le cose non vanno meglio in Pronto soccorso, dove la situazione  è “peggiorata rispetto all’estate – dichiara il professionista – perché alcuni di quei medici che erano senza specialità, hanno ovviamente lasciato per le scuole di specializzazione e non sono stati rimpiazzati da medici con i titoli per stare in Pronto soccorso, perché non se ne trovano”. Spesso ci si è lamentati dell’assenza di ortopedici in Pronto soccorso, a partire dalle ore 21. Ma Oliva inquadra meglio il problema. “L’ortopedico in realtà c’è – spiega – però al costo di sacrifici, perché invece della guardia, fa la pronta disponibilità. Se uno è di guardia la mattina, il giorno successivo non va in ospedale. Se è reperibile, sta sempre lì: lavora sia il giorno che è reperibile che il giorno successivo. Anche per questo motivo gli specialisti non vengono a lavorare al Perrino”. A tal proposito, Oliva torna a sollevare la questione graduatorie. “Queste non possono essere cedute ad altre Asl – afferma il presidente dell’Ordine – se la Asl che ha bandito il concorso non ha esaurito il suo fabbisogno. Sulla mobilità selvaggia e sulla concessione dei nulla osta da parte dell’azienda sanitaria sia alla mobilità che all’utilizzo delle graduatorie, bisogna accendere un faro. Tre anni fa facemmo un concorso e dei medici in graduatoria, a Brindisi, non venne nessuno. Se li accaparrarono Bari e altre province. Adesso è successa la stessa cosa per il concorso in Cardiologia: da noi ne sono venuti solo uno e due, gli altri tutti a Lecce. Se continua così non esiterò a denunciare questa situazione”. Oliva, dunque, non indietreggia rispetto allo spirito battagliero che lo ha contraddistinto nel suo primo mandato. La sua riconferma per il prossimo quadriennio, come accennato, è avvenuta all’unanimità. “Era difficile – ammette – in una situazione come questa. Molti Ordini fanno l’elezione al terzo turno, dove non è previsto il quorum, noi invece siamo riusciti a raggiungerlo. Questo è stato un segno importante per la professione. Va ricordato che l’Ordine dei medici, in virtù della cosiddetta legge Lorenzin sugli ordini professionali, è un organo sussidiario dello Stato. Non deve essere visto come una controparte. L’Ordine sta lì a certificare le prestazioni che vengono erogate dalla parte del cittadino. Questo può dar fastidio a molti, ma continueremo a farlo, anche con più forza”. “