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cronaca

Contrae il Covid in ospedale e muore dopo il ricovero al Dea: 16 indagati per il decesso ex direttore sanitario

Fonte: corrieresalentino.it

GALLIPOLI/TRICASE (Lecce) – Un’inchiesta sulla morte dell’ex direttore dell’ospedale di Gallipoli Fausto Gatto morto per Covid dopo aver contratto il virus in un altra struttura ospedaliera: quella di Tricase. E ora sono 16 i medici indagati con l’accusa di responsabilità colposa per morte in ambito sanitario. L’iscrizione nel registro degli indagati dei camici bianchi si deve ritenere un atto assolutamente dovuto in vista dell’autopsia che la pm Giorgia Villa conferirà nella giornata di venerdì 27 maggio ad un medico legale.

Per ora per ricostruire i fatti agli atti compare solo la denuncia dei familiari dell’ex direttore per decenni punto di riferimento nell’ospedale della città bella. Gatto, 74enne, era stato ricoverato a marzo presso l’ospedale “Panico” per sottoporsi ad un intervento chirurgico programmato da tempo. Effettuata l’operazione il paziente era stato trasferito nel reparto di lungodegenza e il decorso post operatorio sembrava procedere senza intoppi. Seguito costantemente con tamponi ripetuti, purtroppo, l’ex direttore sanitario è risultato positivo al Covid quando il virus è entrato in reparto colpendo più pazienti.

Per l’aggravarsi delle condizioni di salute Gatto è stato poi trasferito presso il Dea di Lecce dove è spirato il 1° Maggio. E i familiari, assistiti dall’avvocato Luigi Ciccarese, hanno presentato una denuncia che ha dato il via alle indagini sfociate nell’iscrizione nel registro degli indagati di più medici. “Chiediamo solo di sapere la verità e cosa sia accaduto sia nel corso dell’intervento che nel rispetto del protocollo sanitario per via dell’emergenza Covid – commenta l’avvocato della famiglia mentre dalla Direzione dell’ospedale di Tricase, il direttore Pierangelo Merico non nasconde “il proprio rammarico per quanto avvenuto – e sottolinea – come il paziente sia rimasto in isolamento per almeno 15 giorni che non sono serviti per evitare il contagio alla variante inglese entrata prepotentemente in corsia in quel periodo”.