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“Non possiamo promuoverli tutti”: bufera sull’esame da avvocato dopo commento a microfono aperto di un componente Commissione

Fonte: corrieresalentino.it

LECCE – “Quanti ne avete promossi fino ad ora? Non possiamo promuoverli tutti stiamo bassi”. Ed è bufera sull’esame da avvocati per le aspiranti toghe di Brescia esaminate dai commissari di Lecce. Uno sfogo a microfoni accesi da parte di un componente della Commissione scatena il putiferio sui social mentre il Ministero della Giustizia ha già annunciato che intende approfondire la vicenda. È successo ieri mattina quando alla platea di esaminati non è sfuggito lo scivolone nel corso della riunione. Uno sfogo? Una svista? O cosa? Tant’è. Il dado era ormai tratto. E la velocità dei social ha fagocitato il tutto. L’audio è finito subito su Instagram innescando un vespaio di polemiche.

Un commento quantomeno antipatico per le future toghe bresciane pronunciata da un componente intervenuto da remoto che aveva dimenticato il microfono acceso (gli altri due erano in Corte d’Appello). Tutti gli aspiranti avvocati hanno raccolto il commento finito sui social in un amen. Ad alimentare ombre e sospetti sono state le repliche degli altri componenti. Al commissario che invitava a contenere i dati dei promossi, i colleghi hanno risposto: “Ho fatto apposta una domanda” . E un altro ha replicato: “Io una domanda insidiosa posso farla”. Esito della prova? Il candidato ha ottenuto 18. Di fatto, però, il prosieguo della giornata è stato scandito da qualche bocciatura. Su trenta esaminati, in quattro dovranno rimettersi sui libri per riprovare l’esame fra un anno così come stabilito dalla Commissione leccese.

I candidati bresciani, complessivamente esaminati, sono 475 con la nuova formula che prevede solo l’orale (senza le forche caudine dell’orale) per via della pandemia. “Non ho ricevuto alcuna segnalazione – commenta il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Lecce, il professore Antonio De Mauro – per cui non mi sento di sbilanciarmi su quanto accaduto. Di certo in prima istanza dovrà essere la Corte d’Appello ad effettuare le prime verifiche. Noi, come Ordine, potremo intervenire solo successivamente per valutare eventuali provvedimenti disciplinari.