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Serpenti innocui e vipere: tutto quello che c’è da sapere in caso di avvistamento

Fonte: umbria24.it

Si è aperta già da qualche settimana la stagione degli avvistamenti dei serpenti, con quello più eclatante, su cui sono tuttora in corso accertamenti, avvenuto a Grotti di Gualdo Cattaneo, dove alcuni escursionisti hanno avvistato un serpente di grosse dimensioni e certamente non autoctono. Ma al di là degli abbandoni dannosi di esemplari da parte dell’uomo, in Umbria, secondo i carabinieri forestali, è facile imbattersi in campagna come in montagna in sei specie.

Serpenti innocui Quattro di queste non sono velenose e non hanno rilevanza medica, tutti sono lunghi più di un metro, possono raggiungere anche 1,6 metri, ma raramente vanno oltre. Hanno il capo ovale con squame grandi, il muso e le pupille rotonde. I più comuni in Umbria sono il biacco, che ha il dorso nero o verde scuro con bande o screziature gialle o verdastre, anche se in alcuni casi può essere totalmente nero, è considerato il più agile e se catturato non esita a mordere, ma non comporta comunque pericoli per l’uomo; e la natrice dal collare  che, invece, ha una livrea di colore variabile, dal grigio chiaro al verde scuro, con barre trasversali nere, mentre quasi sempre ha un collare bianco/crema bordato di nero e si trova prevalentemente in ambienti acquatici. Le femmine della natrice dal collare, spiegano i forestali, vengono spesso scambiate per grosse vipere, con la confusione che è generata dalla colorazione a barre nere su fondo grigio, simile a quella della vipera comune, e il tratto distintivo più facilmente riconoscibile a un occhio non esperto per distinguerle da una vipera è l’occhio con pupilla rotonda. Le altre due specie non velenose presenti in Umbria sono il saettone comune, che è marrone-dorato o verde oliva con ventre giallastro, è comune nelle zone boschive ed è un buon arrampicatore; l’altro è il cervone, che può raggiungere dimensioni notevoli, anche più di 2 metri, negli adulti la livrea è brunastra con quattro caratteristiche linee scure longitudinali che percorrono tutto il corpo, due per lato.

Serpenti velenosi Due, invece, le specie di serpenti velenosi in cui si può incappare in Umbria: vipera Aspis, nota come vipera comune, diffusa quasi esclusivamente in collina e in montagna, con una testa triangolare ben distinta dal collo, muso squadrato con apice rivolto verso l’alto, pupille verticali ellittiche, corpo tozzo che termina bruscamente con una coda breve e sottile. La vipera Aspis ha una lunghezza inferiore agli 80 cm e comunque sempre ampiamente al di sotto del metro, mentre la livrea può variare dal rosso-marrone al grigiastro con corte bande scure trasversali. L’altra specie velenosa è la vipera dell’Orsini, la più piccola vipera europea, al massimo raggiunge i 50 cm, e in Umbria è stata segnalata nei Monti Sibillini ed è una specie protetta da varie convenzioni internazionali. Ha colore di fondo va dal grigiastro al marrone chiaro sul quale spicca una evidente linea nera che forma un caratteristico disegno in guisa di greca. Dal comando regionale dei carabinieri forestali spiegano che le vipere presenti in Umbria, pur essendo animali velenosi, raramente comportano un rischio per l’uomo. Essendo rettili molto elusivi solitamente fuggono ai primi segni di presenza umana, o comunque non risultano mordaci a meno che non siano molestati o disturbati. È sempre bene porre attenzione ed essere prudenti quando ci si trova in contesti naturali, rispettando la presenza di questi animali. Bisogna inoltre tener conto che, essendo animali protetti, l’uccisione o il maltrattamento rappresenta un reato che comporta sanzioni pecuniarie.

Cosa fare in caso di incontri Il vademecum per la stagione degli avvistamenti dei serpenti contiene anche una serie di consigli utili: in campagna o in montagna è opportuno prendere alcune precauzioni, come indossare protezioni adeguate se si cammina tra l’erba alta, fare rumore provocando vibrazioni nel terreno, così da avvisare i serpenti della nostra presenza e farli allontanare, prestare attenzione nei pressi di accumuli di pietre dove i serpenti possono trovare riparo, e lungo i corsi d’acqua, dove i serpenti vanno ad abbeverarsi. Va poi ricordato che gli animali selvatici tendono a difendersi solo se si sentono gravemente minacciati, diversamente scelgono sempre di allontanarsi. Il pericolo percepito dall’uomo è maggiore di quello reale, ma occorre prestare comunque prudenza e quando ci si imbatte in un serpente in aperta campagna o in un ambiente naturale è bene lasciare che si allontani da solo, evitando in ogni caso di disturbarlo o di ucciderlo.

Se si viene morsi Nella sventurata circostanza che l’incontro con il serpente si concluda con un morso, sia che si tratti di serpenti velenosi o meno, è necessario recarsi al pronto soccorso per sottoporsi a una profilassi che escluda il rischio di infezioni. I segni lasciati dal morso della vipera sono caratterizzati da due forellini più profondi alla distanza massima di mezzo centimetro o un centimetro, talvolta accompagnati da altri fori più lievi lasciati dagli altri denti; mentre il morso di un serpente non velenoso è caratterizzato da tanti piccoli segni dovuti ai denti non pronunciati dell’animale.

A chi rivolgersi Può anche capitare, infine, che i serpenti trovino riparo vicino alle abitazioni, nei giardini, negli orti e nelle legnaie. In caso di potenziale pericolo, a tutela dei bambini, di eventuali animali domestici e del serpente stesso, è opportuno catturare (senza danni) e delocalizzare (in area idonea) l’esemplare. Per questi interventi ci si può rivolgere al 115 dei pompieri, a WildUmbria al numero di servizio 370 319 9068, ai carabinieri forestali al 112 oppure 1515 nel caso di serpenti esotici tutelati, che una volta recuperati dovranno essere collocati in centri espressamente autorizzati dal Ministero dell’Ambiente.