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COVID: la VARIANTE DELTA ora è PERICOLOSA anche per l’ITALIA, lo dicono gli ESPERTI. I SINTOMI della MALATTIA

Fonte: ilmeteo.it

E’ confermato: la variante delta (ex variante indiana) è più contagiosa e porta maggiormente al ricovero ospedaliero.
L’analisi periodica di Public Health England (PHE), pubblicata lo scorso 3 giugno, ha rilevato che tale mutazione del COVID, divenuta prevalente in Gran Bretagna, è di circa il 50% più trasmissibile rispetto alla variante Alfa (ex inglese) e ha aumentato di 2 volte e mezzo il rischio di ricovero.

Tra gli esperti, c’è un velo di preoccupazione anche per l’Italia.
Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento Malattie Infettive dell’ISS, ha spiegato:“Dalla nostra sorveglianza epidemiologica, emerge un quadro in rapida evoluzione che conferma come anche nel nostro Paese, come nel resto d’Europa, la variante Delta del virus stia diventando prevalente. Un report evidenzia infatti che la percentuale dei casi sequenziati sia in crescente aumento passando in maniera costante dallo 0,5% dei casi diagnosticati a gennaio, al 2,5% dei casi diagnosticati nella prima metà di giugno, secondo i dati disponibili in piattaforma”.

Sul tema è intervenuto anche Franco Locatelli, coordinatore del Cts e Presidente del Consiglio Superiore di Sanità: “E’ importante lavorare nella maniera più intensiva sul tracciamento e sugli approcci di genotipizzazione e sequenziamento perché solo in questo modo riusciremo a intercettare in maniera precisa eventuali segnali di diffusione importante della variante indiana. Siamo in linea con la media europea sul sequenziamento. Ci sono Paesi come il Regno Unito che hanno un’attività più spinta ma è importante che a questa attività in Italia conseguano eventuali decisioni. In funzione delle evidenze che avremo eventualmente si possono prendere decisioni per cercare di contenere il tutto. Perché se non avviene sequenziare diventa un bellissimo esercizio accademico, ma di poco impatto sulla salute pubblica. Dobbiamo tracciare e fare riflessioni dove dovessero crearsi dei clusterIn questo momento il Paese è bianco ma guai ad abbassare la guardia, ha concluso, siamo in una situazione più favorevole e possiamo oggi valutare numeri diversi rispetto al passato. Ma il problema non è superato”.
Insomma, tutto potrebbe accadere, dal mini lockdown alle zone rosse.

Ancora più pessimista è Fabrizio Pregliasco, virologo all’Università statale di Milano, direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano, secondo cui l‘Italia vivrà una nuova impennata di casi proprio a causa della mutazione Delta, in quanto rispetto a quello che sta accadendo in Inghilterra siamo indietro e bisogna aspettarsi un colpo di coda dell’epidemia.
Quanto dichiarato dal professore fa riflettere: “Le varianti individuate sono ormai 700, alcune hanno minime differenze, ma quelle preoccupanti sono 4. Altre sono sotto osservazione. E la variante indiana, la Delta, che mescolata a quella sudafricana è diventata anche Delta plus, è più contagiosa e un po’ più cattivella. In Inghilterra, che è stata la prima ad aprire tutto e lasciare il virus correre, la variante sta causando 15 mila casi al giorno. Ma i morti sono tra i 10 e i 20. Non la media di 300 al giorno come in passato”.

Ma quali sono i sintomi della variante delta?Come riportato sul quotidiano Il Messaggero, i principali paiono essere tosseraffreddoremal di testamal di golafebbredolori muscolaridiarreastanchezza spossatezza, di solito più forti rispetto a quelli del coronavirus versione classica. E, di conseguenza, anche i tempi di guarigione si dilatano.

Per quanto riguarda i vaccini,la resistenza a tale variante deve essere ancora dimostrata. Secondo i primi dati da Israele, il vaccino Pfizer-BioNTech è parzialmente efficace contro la ex variante indiana e anche i primi test di neutralizzazione sul vaccino indiano Covaxin hanno mostrato una buona risposta.
Secondo il virologo Giovanni Maga, direttore dell’l’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia, “c’è uno studio di un gruppo indiano in cui i ricercatori dimostrano che il vaccino indiano in sperimentazione, protegge contro da questa variante, ed è un vaccino analogo a quello cinese, basato sul virus inattivato. Lo studio è al momento in revisione per la pubblicazione ma i dati sono già stati messi a disposizione su un banca dati pubblica perché la comunità scientifica potesse già valutarli”.

Per un approfondimento sul tema VARIANTE DELTA in ITALIA vi invitiamo a visionare il VIDEO qui in alto.